Chi è Luca Casarini, l’ex no global che ora salva le vite in mare
La missione della Ong Mediterranea saving humans, che in queste ore sta cercando di approdare a Lampedusa per far sbarcare i 49 migranti salvati pochi giorni fa nelle acque libiche, è guidata da Luca Casarini, una vecchia conoscenza della politica italiana. Molto probabilmente il suo nome risulterà sconosciuto ai più giovani, ma chi era già adolescente negli anni del movimento no global e delle proteste del G8 di Genova si ricorderà di lui.
Dalle Tute bianche ai Disobbedienti
Luca Casarini, classe 1967, è un attivista italiano famoso per essere stato uno dei leader del movimento no global sorto a cavallo tra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000. Inizialmente chiamato Movimento delle Tute bianche, nome poi mutato nel luglio del 2001 in Disobbedienti, l’organizzazione di Casarini si è fatta conoscere durante gli anni delle proteste no global per le sue numerose azioni e iniziative di contestazione «simboliche». Nel corso degli anni, Casarini ha guidato una serie di proteste contro le agenzie del lavoro interinali, considerate uno dei simboli della precarizzazione del lavoro, contro i cantieri Tav, la costruzione di nuove basi Usa in Veneto e in particolare a Vicenza e contro le guerre in Afghanistan e Iraq.
Il G8 di Genova e la politica
Sebbene fosse attivo politicamente già da molti anni, in particolare nel Nord Est, Luca Casarini è divenuto un volto mediaticamente celebre per le contestazioni inscenate proprio durante i giorni del G8 di Genova, nel 2001. Nel corso della sua carriera politica, Casarini prima con i Disobbedienti poi autonomamente, ha stretto rapporti con alcuni partiti vicini all’area della sinistra radicale come i Verdi e Rifondazione Comunista e in seguito è entrato nei direttivi di Sinistra, Ecologia e Libertà di Nichi Vendola e Sinistra Italiana. Dopo essersi trasferito da Padova a Palermo, nel 2014 è stato candidato al Parlamento Europeo nella lista L’Altra Europa con Tsipras nella Circoscrizione Italia centrale ma non è stato eletto. Nel 2018, con la ong Mediterranea Saving Humans, ha raccolto donazioni e finanziamenti per 150mila euro e con quei soldi ha deciso di comprare e attrezzare un vecchio rimorchiatore, il Mare Jonio, per utilizzarlo come nave per salvare i migranti nel Mar Mediterraneo.