Chi è Ousseynou Sy, l’autista che ha dato fuoco a uno scuolabus pieno di bambini
«È un lupo solitario che non ha fatto nessuna riflessione sull'Isis». Le parole del responsabile dell'antiterrorismo milanese Alberto Nobili rispecchiano le testimonianze delle persone vicine a Ousseynou Sy, che definiscono «ordinaria» la vita del quarantasettenne responsabile del dirottamento e dell'incendio di uno scuolabus con a bordo 51 studenti.
Nato in Francia ma cittadino italiano
Cittadino italiano, nato in Francia e senegalese d'origine, Ousseynou Sy divideva le sue giornate tra le palazzine di Crema (dove risiedeva da tempo) e il suo lavoro come autista nell'azienda di trasporti Autoguidovie.
"Paolo", come lo chiamavano nel suo quartiere di periferia, aveva acquisito la cittadinanza italiana da più di dieci anni – da quando, nel 2004 aveva sposato una donna italiana. Oggi i due sono divorziati, e la separazione burrascosa ha lasciato strascichi nei rapporti tra Sy e i suoi due figli di 12 e 18 anni.
L' «ordinarietà» della sua routine era stata intaccata non solo dalle fatiche di una vita sentimentale travagliata, ma anche da alcune controversie penali non ancora ben chiarite.
I precedenti penali
Secondo quanto riferito da Francesco Greco della Procura di Milano, Ousseynou Sy avrebbe dei precedenti penali per guida in stato di ebrezza e per un caso di violenza sessuale su minore. Una condanna con pena sospesa, dice Greco, diventata definitiva nel 2018.
Il presidente di Autoguidovie, Camillo Renza, invece, ha spiegato a Open di non aver mai avuto notizie in merito a provvedimenti penali nei confronti dell'uomo, a parte una denuncia per molestie per la quale, però, secondo Renza, era stato assolto.
Ma l'obbligo di verifica, puntualizza Renza, è entrato in vigore solo nel 2014, quando oramai Sy era già stato regolarmente assunto dall'azienda.
Le motivazioni del gesto
Gli studenti e i professori della scuola Media Vailati di Crema – quelli coinvolti nell'episodio – dicono che non gli era sconosciuto. E dicono che il suo obiettivo era raggiungere Linate e «fermare le morti nel Mediterraneo».
Un'intenzione che sarebbe confermata da un video condiviso da Sy con suoi amici e parenti, in cui annunciava di voler compiere un «gesto esemplare» per portare alle cronache mondiali la strage dei migranti.
«Ma non voleva fare del male a nessuno», ha detto il suo legale Davide Lacchini alla fine dell'interrogatorio. «I fatti gli sono sfuggiti di mano». Due ore prima del gesto, aveva detto al barista della stazione degli autobus: «Porto i ragazzi in palestra e torno».