«Ci daremo un’organizzazione chiara». Intervista a un membro di Fridays for Future
Dovrebbero essere circa 30 mila gli attivisti di Fridays for Future in Italia. Circa 400 mila sono scesi in piazza venerdì 15 marzo. Il prossimo sciopero mondiale per il clima è previsto per il 24 maggio. Nel frattempo gli attivisti continueranno a scioperare ogni venerdì, anche se, molto probabilmente, in numeri inferiori. Il loro obiettivo è quello di «pungolare» i politici, come spiega a Open Andrea Borello, membro del Comitato Fridays for Future (FFF) di Torino e del comitato nazionale.
Un comitato nazionale nato su WhatsApp, che è soltanto provvisorio e deriva la sua legittimità dall’appoggio da parte dei vari comitati locali di Fridays for Future in Italia. Fino a questo momento non c’era stato bisogno di dare un’organizzazione chiara al movimento, che è nato spontaneamente e fino a qualche settimana fa – a Milano come a Torino o a Roma – contava, ogni venerdì, solo poche decine di manifestanti. Ma il suo nuovo impeto e l’estromissione di alcuni membri del comitato dalla pagina Facebook ufficiale da parte di un membro del comitato nazionale ha dato nuova urgenza a questa necessità.
In un’epoca in cui i comitati nascono su Whatsapp, i movimenti sono costretti a fare i conti anche con il web, e non soltanto con le piazze o con i gruppi locali. La pagina usurpatrice continua ad avere 4 volte più di like rispetto a quella ufficiale, riconosciuta dal Comitato nazionale. E continua a rilanciare immagini e iniziative, incluso anche un nuovo movimento chiamato Futuro Verde. Il movimento Fridays for Future in Italia sarà pure compatto dal punto di vista ideologico, come continuano ad affermare, e avrà sicuramente una sola anima; ma continua ad avere due facce e due bocche che nel futuro potrebbero dire cose diverse.
Andrea Borello (a sinsitra) durante la manifestazione di venerdì 15 marzo a Torino
Chiariamo subito una cosa, esiste un’associazione Fridays for Future Italia e un documento costitutivo?
No, non abbiamo un atto costitutivo nazionale che sia stato firmato da tutti. È un’organizzazione molto più spontanea di quanto si possa credere
Come è stato eletto il Comitato di coordinamento nazionale? E da chi è composto?
Esistono dei comitati cittadini nelle maggiori città. All’interno di questi sono state scelte un paio di persone per ogni comitato locale per entrare a far parte in modo provvisorio del Comitato di coordinamento nazionale. È provvisorio. Abbiamo intenzione di trovarci per fare una riunione e assegnare qualche ruolo a livello nazionale. Fino a questo momento non ce n’era stato bisogno
Quando sarà l’Assemblea?
Nei prossimi mesi, probabilmente a Roma per essere facilmente raggiungibile da tutti
Sulla vostra nuova pagina Facebook (Fridays for Future Italia) avete diffuso un documento che denuncia l’hackeraggio della vostra pagina Facebook originale (Fridays for Future Italy). Un documento poi diffuso anche da diversi comitati locali. A che titolo potete dire di essere voi i veri rappresentanti del movimento visto che il Comitato è soltanto provvisorio?
C’è un singolo che ha deciso di cambiare dall’oggi al domani le password dei social network. Non c’è stata una decisione condivisa. Lui era all’interno del Comitato provvisorio, che poi era un gruppo whatsapp. Ma ha agito senza avere il permesso degli altri membri
Ma c’è chi ancora segue l’altra pagina e adesso esiste anche un nuovo movimento Futuro Verde. Non temete una scissione?
Non esistono differenze ideologiche su cui spaccarsi. È stato solo un’azione personalistica
Eppure la pagina continua a rilanciare nuove iniziative e continua ad avere più like della vostra.
Se c’è gente che vuole seguire una pagina piuttosto che un’altra, vuol dire che non hanno compreso il messaggio di Fridays For Future. Nella manifestazione del 15 a Torino c’erano attivisti di Greenpeace, ambientalisti, i partiti. Ma tutti senza simbolo. Perché il messaggio è che bisogna identificarsi in Fridays For Future e basta
Concorda, quindi, che ci sia bisogno di un’organizzazione chiara per mandare avanti il movimento?
Si, qualche caposaldo ci deve essere. Probabilmente sarà un poco come ci siamo organizzati a livello locale, dove in ogni coordinamento si è individuato un responsabile nazionale, un responsabile internazionale, un responsabile dei social, un responsabile per le manifestazioni. Immagino che si farà la stessa cosa
Voi pensate di appoggiare un partito politico in vista delle elezioni europee?
Assolutamente no
Ma, oltre a richiamare l’attenzione di chi ci governa sulla necessità di limitare le emissioni di gas serra, vi batterete anche per altre questioni. Penso per esempio alla Tav e all’Ilva.
All’interno del movimento non tutti sono dello stesso avviso. Noi partiamo dal presupposto che non spetta a noi decidere cosa fare; noi vogliamo semplicemente tenere l’attenzione accesa su questo tema, vigilare. Vogliamo pungolare i politici, per controllare che siano sempre attivi, che portino a compimento le cose promesse
A Torino cosa farete?
Incontreremo la sindaca Chiara Appennino martedì prossimo, è stata lei a chiederci un incontro. Le proporremo dei macro temi da affrontare. Per esempio: sostituiamo nelle scuole i distributori automatici con le bottiglie di plastica con più fontanelle e delle borracce in alluminio, come hanno fatto al Politecnico di Torino. In seguito ci incontreremo anche con il presidente della regione Piemonte Sergio Chiamparino
E la prossima manifestazione?
Venerdì torneremo a scioperare. Come ogni settimana