Ispra: «Otto milioni di italiani vivono in zone a rischio frane e alluvioni»
Siccità, dissesto idrologico, clima, inquinamento atmosferico. 150.000 dati e la fotografia di un Paese in condizioni sempre più critiche. Secondo l’edizione 2018 dell’Annuario dei dati ambientali ISPRA oltre 6 milioni di abitanti risiedono in aree aelevato e medio rischio di alluvioni, mentre la popolazione a rischio frane, se si considerano le due classi a maggiore pericolosità (elevata e molto elevata), è pari a oltre 1,2 milioni di abitanti.
I dati sul dissesto idrogeologico e sui terremoti
Dalla banca dati relativa al dissesto idrogeologico emerge che nel 2017 ci sono state 172 frane importanti che hanno causato in totale 5 vittime, 31 feriti e danni prevalentemente alla rete stradale, eventi distribuiti in particolare nelle regioni Abruzzo, Campania, Sicilia, Trentino-Alto Adige, Lombardia e Marche. Quanto ai terremoti, nel 2017 quattro eventi hanno raggiunto e superato magnitudo 5, tutti avvenuti il 18 gennaio, con epicentri in provincia de L’Aquila. Quelli di magnitudo pari o superiore a 4 sono stati 16, di cui 13 nel Centro Italia.
Shutterstock|Le macerie dopo il terremoto di Amatrice nell’agosto del 2016
Quantità di pioggia inferire alla norma
Il 2017 è stato l’anno più secco in Italia dopo quello del 2001. La quantità di piaggia caduta è stata del 22% inferiore alla norma. Secondo la Coldiretti a preoccupare è soprattutto il nord, dove l’inverno asciutto ha visto le precipitazioni dimezzate, lasciando fiumi e laghi a secco, impedendo una essenziale irrigazione delle coltivazioni.La siccità, precisa la Coldiretti, è diventato l’evento più avverso per l’agricoltura italiana in termini di danni economici.
La fragilità del terreno a seguito della scarsità di pioggia ha facilitato l’impatto degli effetti dei cambiamenti climatici che sono stati favoriti dal fatto che l’ultima generazione in 25 anni è responsabile in Italia della scomparsa di oltre un quarto della terra coltivata per colpa della cementificazione e dell’abbandono, che ha ridotto la superficie coltivabile in Italia ad appena 12.8 milioni di ettari.
ANSA|Una distesa di alberi e rami coprono la diga del Comelico, nel bellunese in Veneto, novembre 2018
La qualità delle acque e la raccolta differenziata
Ma i dati mostrano anche che il mare italiano rimane in classe “eccellente”. Nel 2017 lo stato di qualità delle acque costiere di balneazione, per quanto riguarda fattori igenico sanitari, ricade inclasse eccellente per l’89.7%. A penalizzare l’Italia in tema di ambiente è però la produzione di agenti chimici. Il nostro Paeseèil terzoproduttoreeuropeodopo Germania e Francia e il decimo nel mondo.
Le imprese chimiche nel nostro paese sono 2.800 e occupano circa 108.000 addetti. I pesticidi nelle acque superficiali hanno riportato superamenti dei limiti in 371 punti. Per quanto riguarda la raccolta differenziata l’Italia è ancora lontana dagli obiettivi del 2011 e del 2012, che prevedevano il 60 e 65 per centodi riciclaggio dei rifiuti. Nel 2017 solo il 55.5 per cento dei rifiuti prodotti è stato riciclato.