All’uscita di scuola con i bambini (e i genitori) della strage mancata dello scuolabus
«Ancora non ci posso credere», «quando l'ho saputo ho pianto», «potevamo esserci noi su quell'autobus». Sono alcune delle frasi più ricorrenti tra i ragazzini della scuola media Vailati di Crema, i cui compagni della II A e della II B ieri, 20 marzo, hanno rischiato di perdere la vita, sequestrati dall'autista del loro scuolabus Ousseynou Sy.
L'uomo, italiano di origini senegalesi, ha dato fuoco all'autobus, per vendicare, a detta sua, «le morti nel Mediterraneo». I 51 ragazzi a bordo si sono salvati grazie alla prontezza dei loro compagni Riccardo e Rahmi.
Soprattutto Rahmi, oggi fuori dalla scuola, per i suoi compagni «è un eroe». «Ha preso il cellulare e ha fatto finto di pregare, in realtà stava avvisando suo padre in arabo che poi ha chiamato i soccorsi», racconta Mohammed della III A. Un ragazzone di quasi 14 anni, non più un bambino, ma che ammette di aver pianto a dirotto quando è venuto a sapere dell'accaduto.
Così come hanno versato lacrime anche molte mamme che oggi, come tutti i giorni, sono venute a prendere i bambini a scuola, con nel cuore un'amarezza in più. «Non si può più stare sereni da nessuna parte, i miei figli stanno vivendo in uno stato di agitazione», racconta una mamma. «Oggi mio figlio non voleva venire a scuola, aveva il terrore di salire sull'autobus», dice un'altra.
Il terrore maggiore si legge però sui volti degli adulti, i ragazzi sembrano più increduli che spaventati. Alcuni dicono di non aver mai visto quell'autista, altri ne hanno un ricordo vago. Ma chi dice di averlo conosciuto afferma anche che sembrava un uomo tranquillo, a parte una ragazza che ammette: «Devo dire che il suo sguardo mi ha sempre fatto un po' paura».
A scuola i ragazzi dicono di aver parlato dell'accaduto stamattina, di aver affrontato la questione con gli insegnanti, alcuni dei quali hanno preferito sospendere verifiche e interrogazioni.
«Abbiamo piena fiducia nella scuola – dicono i genitori quasi all'unisono. – Dobbiamo ringraziare i due insegnanti e la bidella che erano a bordo se quei ragazzi, che potevano essere nostri figli, sono vivi oggi. E, ovviamente, un grazie anche ai carabinieri che hanno agito con grandissima prontezza».
Tutti però si chiedono, il giorno dopo della strage fortunatamente evitata, perché quell'uomo pregiudicato si trovata alla guida di un autobus pieno di bambini. «Siamo rimasti scioccati quando abbiamo saputo dei precedenti penali, è un fatto gravissimo».