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Così De Vito faceva sparire dal consiglio comunale gli affari imbarazzanti – Le carte

21 Marzo 2019 - 06:42 Sara Menafra
L'apprezzamento dell'imprenditore Luca Parnasi: «Almeno coi Cinque stelle ci sono due o tre teste che decidono». Negli atti anche i rapporti con la segreteria dell'assessore all'Urbanistica, Luca Montuori 

Marcello De Vito voleva approfittare della cometa Halley, la congiunzione astrale che metteva insieme Cinque stelle al governo (in posizione maggioritaria) e alla guida della città con percentuali tanto alte che a candidato sindaco «potevi metterci pure il Gabibbo», per mettere a segno affari ed incassare più soldi possibile. E alcuni degli imprenditori più importanti per l’edilizia cittadina si sono fatti in quattro per favorirlo, con pagamenti consistenti anche se non strabilianti se si valuta il valore degli affari sul piatto.

De Vito, assieme all'avvocato Camillo Mezzacapo, il 20 marzo è finito agli arresti per corruzione con l'accusa di aver incassato oltre 230mila euro oltre alla promessa di altri 160mila, scrive il gip Maria Paola Tomasello, nelle 260 pagine di ordinanza di custodia cautelare.

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Ansa|Luca Parnasi e Pierluigi Toti

Luca Parnasi

Tutto comincia, anche stavolta, con il rampante costruttore-imprenditore Luca Parnasi.
È lui che, per favorire alcuni aspetti del progetto Nuovo stadio della Roma, avvicina Marcello De Vito, il più votato a Roma per i Cinque stelle, presidente dell’assemblea capitolina. Il politico, però, non si fa trovare impreparato. Al primo appuntamento, la mattina del 3 marzo 2017 al bar Vanni, nel quartiere Prati, che a Roma è ancora quello degli affari, si presenta con l’avvocato Camillo Mezzacapo. Non è una presenza casuale, scopriremo poi.

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Mezzacapo, dice ora il gip di Roma, è il socio che con De Vito mette a segno tutte le operazioni per favorire gli imprenditori che si rivolgono a loro e per questo è finito agli arresti con l’accusa di corruzione e traffico di influenze. Non hanno che da assumere lui o uno dei suoi collaboratori e i proventi finiscono in una società Mdl, a disposizione di entrambi.

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Ansa|Palazzo Acea

Lo stadio della Roma

Nella grande partita Nuovo stadio della Roma, Parnasi vuole da De Vito una mano, soprattutto, a chiudere una controversia con Acea e a trasferire la stessa sede principale di Acea nel Business park che deve sorgere accanto allo stadio. Negli interrogatori – che hanno seguito la sua scelta di collaborare con i pmdopo l’arresto del 13 giugno scorso -è molto chiaro e spiega che ha dato un incarico a Mezzacapo «per non scontentare Marcello De Vito per altro perché lo studio Mezzacapo era uno studio qualificato e inoltre vicino al Movimento 5 stelle. È una vicenda analoga a quella dell’avvocato Lanzalone (l’avvocato arrivato fino alla presidenza di Acea finito ai domiciliari la scorsa estate ndr)».

Ma anche il messaggino che Mezzacapo manda a Parnasi subito dopo la colazione al bar Vanni è significativo:

Ti ringrazio Sarebbe ottimo riuscire ad incontrarci qualche minuto prossima settimana per quel discorso che facevamo con Marcello Fammi sapere le tue disponibilità e dove posso eventualmente raggiungerti

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Ansa|La squadra Virtus Roma (in rosso)

Lo stadio del basket

Acceso il rapporto di “amicizia” tra De Vito e Parnasi, i due sembrano non doversi più separare. Per il progetto di realizzazione di uno stadio del basket nella vecchia fiera di Roma, alle porte del quartiere Eur, il costruttore romano si rivolge al presidente del consiglio comunale. Che non solo non si nega ma è disposto a fare da tramite anche con altri nomi di peso dell’amministrazione capitolina: Daniele Frongia e Paolo Ferrara (che però era già finito impigliato nell’inchiesta di giugno scorso). Parnasi, del resto, non parla più esclusivamente a proprio nome. Nell’affare stadio del basket c’entrano anche i fratelli Pierluigi e Claudio Toti, tanto più che il secondo è presidente della Virtus basket.

Anche qui, basta leggere il dialogo per farsi un’idea:

Parnasi: «Si farà un grande piano di rilancio della Virtus basket, andremo a fare un percorso con la città tutto alla luce del sole»

De Vito: «Fai bene a parlarne con Daniele (Frongia) scusa se ti ho interrotto mi arrivano voci

che la sponsorizzazione, che questa sponsorizzazione l’abbia bloccata prevalentemente lui»

Parnasi: «Insomma io questa operazione la voglio fare se ho la copertura politica della città. ho anche accennato a Paolo (Ferrara) che ho incontrato”.

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Ansa|Ex mercati generali

Gli ex mercati generali

Ma è forse la discussione che incrocia la mancata realizzazione delle opere di compensazione nella zona di Porta di Roma, Bufalotta (su cui la procura sta ancora indagando) e quelle della sistemazione dei mercati generali che danno meglio il senso del ruolo di De Vito.

A dimostrare il rapporto che nel frattempo si è creato tra Toti, Parnasi e De Vito è una conversazione tra i due imprenditori:

Parnasi: «Il problema qual è? È la politica. Cioè noi abbiamo un presidente della Regione che è un cacasotto terrificante, Nicola non si mette a fare nulla lo sai come è fatto. Ora tu mi dici i Cinque stelle, non è che i 5stelle sono meglio perché fanno lo stadio ma perché o ti dicono di sì o ti dicono di no…»

Toti: «Si quello è vero»

Parnasi: «Poi alla fine se tu poi hai una questione tu poi alla fine hai conosciuto Marcello De Vito, siete diventati amici ecc quindi alla fine 2 3 persone con la testa devi calcolare che alla fine una persona o due persone rispetto al vecchio sistema…»

Come agisce De Vito? Per sbloccare il progetto di “valorizzazione” degli ex mercati generali di Ostiense, quadrante sud-ovest della città, De Vito lascia passare una decisione che evita lo scontro diretto in aula. Al posto del voto del consiglio – che dovrebbe accettare un progetto molto meno “verde” di quanto preventivato – si stabilisce che la valutazione spetterà auna commissione “congiunta” e quindi alla Giunta.

Il ruolo di Montuori

Non è chiaro quanto c’entri, ma nell’inchiesta si ripetono i contatti con l’assessore Luca Montuori e con la sua segretaria, Gabriella Raggi. Proprio durante una discussione a proposito dei mercati generali, nel maggio del 2017, De Vito fa una telefonata a Luca Motuori che solo dal 10 maggio 2017 è assessore all'Urbanistica e Infrastrutture del Comune e, scrive il gip «quindi interlocutore prioritario per quanto riguardava la questione degli ex Mercati Generali»La telefonata è rapida ma nota, il giudice «appare opportuno evidenziare che De Vito dal 30 09 2016 e fino a quel momento aveva avuto solo 5 contatti telefonici con l’utenza mobile in uso a Montuori».

Per questa vicenda, ma soprattutto per il progetto di Giuseppe Statuto, appare importante anche il ruolo della segretaria di Montuori, Gabriella Raggi, indagata per corruzione, e con la quale Marcello De Vito avrebbe un legame stretto. Fatto sta che il 15 settembre 2018 la questione si sblocca davvero: De Vito propone e ottiene che dopo il passaggio nella commissione paritetica decida tutto la giunta.

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Ansa|Claudio Toti

L’hotel a Trastevere

Nell’ultimo progetto messo in cantiere, quello per favorire la realizzazione di un albergo presso la vecchia stazione di Trastevere, favorendo l’imprenditore Giuseppe Statuto, si nota soprattutto quanto poco De Vito e Mezzacapo si preoccupino del fatto che c’è appena stata l’inchiesta che ha portato all’arresto di Luca Parnasi.

Mezzacapo (che ottiene 25mila euro conla promessa di altri 180mila) dice all’architetto che fa da tramite: «Naturalmente poiquesti ce la seguono bene e io ho pure persone diciamo adesso senza che facciamo i nomi tanto poi li sa Giuseppe pure politici che ci seguono sta cosa anzi soprattutto e decidono»

È in questa fase che Mezzacapo e De Vito hanno la conversazione che ha dato il nome all’inchiesta e che appare molto significativa.

Mezzacapo: «Tieni presente questa cosa dopo di che io ti voglio dire siccome la

congiunzione astrale che si è verificata adesso io credo che noi invecchieremo spero fra molti anni avvenire ne parleremo davanti a un piatto ma difficilmente si riverifica una congiunzione astrale dove oggi stai al governo da solo a Roma.

De Vito: «Avresti vinto pure con il Gabibbo»

Mezzacapo: «Eh e quindi questo te lo consente una certa congiunzione di cose naturalmente questa congiunzione astrale è tipo l’allineamento con la cometa di Halley difficile secondo me che si riverifichi così e allora noi Marce’ dobbiamo sfruttarla, ci rimangono due anni ci rimangono due anni. Io credo che il governo cadrà, vogliono dare il tempo a Luigi Di Maio»

De Vito: «Sul limite dei due mandati la deroga che vogliono fare è che il limite dei due mandati vale solo in ambito legislativo»

Mezzacapo: «Guarda si voterà ai primi mesi del 2020 il governo nazionale quella è la finestra»

De Vito: «Devono solo fare le nomine Eni Enel, credo maggio giugno 2020»

Mezzacapo: «Comunque qua sessantamila sarebbero nostri»

De Vito: «Vabbe ma distribuiamoceli questi»

Mezzacapo: «Manno, tu quando finisci il mandato, facciamo sparire la cosa quando hai finito».

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