I bambini della mancata strage dello scuolabus sono la vera risposta all’intolleranza
«Un senegalese con cittadinanza italiana», così ha scritto in un tweet il Ministro dell'Interno Matteo Salvini. Ousseynou Sy, il terrorista che ieri, 20 marzo, ha sequestrato l'autobus di cui era autista per compiere un gesto folle, è nato in Francia ed è senegalese d'origine, ma è quest'ultima ad essere citata come un'etichetta, un marchio da esporre al pubblico assieme a un sentore di sdegno per il fatto che sia cittadino italiano.
Salvini non è da solo, lo accompagnano sui social diversi utenti e testate giornalistiche che sottolineano «senegalese» come se fosse la caratteristica principale da mettere in risalto, un genere di comunicazione che fornisce come chiave di lettura l'individuazione di un delinquente in quanto straniero. Non è una novità, basta ricordare quando vennero usati due pesi e due misure nei casi di Adam Kabobo, il ragazzo ghanese condannato a 20 anni di reclusione per aver ammazzato l'11 maggio 2013 tre passanti a colpi di piccone nel quartiere Niguarda di Milano, e quelli di Davide Frigatti, il ragazzo italiano di Cinisello Balsamo che nel Milanese aveva ucciso una persona e ferite altre due con un coltello nel 2014. Per entrambi si aprivano le porte dell'ospedale psichiatrico, ma per il ghanese si auguravano i lavori forzati e per l'italiano la comprensione.
Alcuni dei titoli delle testate giornalistiche italiane
Non è una questione di nazionalità, non è una questione di origine o del colore della propria pelle, un delinquente o terrorista lo è per le sue idee e le sue azioni, se ha dei precedenti oppure no. I Carabinieri hanno evitato il peggio, sono intervenuti prontamente come sarebbero intervenuti con qualunque altro delinquente, folle o terrorista che sia, salvando quei 51 bambini a bordo dell'autobus.
Alcuni dei tweet che evidenziano l'origine dell'attentatore e non citano quella dei bambini
Forze dell'ordine che vanno elogiate per il loro operato, così come è giusto elogiare chi li ha chiamati, ma se volete per forza sottolineare l'origine di Ousseynou Sy fatelo anche con i piccoli protagonisti che hanno collaborato insieme per impedire la strage: insieme a Adam El Amamy, il 12enne di origine marocchina intervistato da Open, c'è Rami, di origine egiziana, e Riccardo, italiano. A bordo c'erano altri 48 bambini, che sono intervenuti in un modo o nell'altro per coprire i loro compagni che chiamavano di nascosto le forze dell'ordine e le loro famiglie per chiedere aiuto, bambini che non hanno pensato alla nazionalità o l'origine dell'altro al contrario di altri.
Non ignoriamo Riccardo, Adam, Rami e tutti gli altri 48 a bordo dell'autobus, raccontiamo e ricordiamo ciò che hanno fatto insieme, tuteliamoli affinché non vengano avvelenati da questa ondata di «propaganda contro lo straniero» che sta minando il loro presente e futuro. Sono la vera risposta all'intolleranza e di questo qualcuno potrebbe aver paura.