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Massoneria e corruzione: loggia segreta a Castelvetrano, 27 in manette tra politici e massoni

21 Marzo 2019 - 09:43 Redazione
Matteo Messina Denaro
Matteo Messina Denaro
Le accuse, a vario titolo, sono di corruzione, concussione, truffa aggravata e favoreggiamento personale. Tra gli arrestati, anche Giovanni Lo Sicuto, ex deputato regionale, e Francesco Cascio, esponente di Forza Italia e presidente del Parlamento siciliano dal 2008 al 2012

Una rete di favori tra politici, professionisti e massoni di una loggia segreta che ha portato all’arresto di 27 persone a Castelvetrano, il paese natale del boss latitante Matteo Messina Denaro. Il vasto sistema corruttivo – portato a galla dall’operazione Artemisia, condotta dai carabinieri coordinati dalla procura di Trapani – era in grado di condizionare la politica e le scelte del Comune, di dirottare finanziamenti regionali e di pilotare nomine. I 27 finiti in manette dovranno rispondere, a vario titolo, di corruzione, concussione, traffico di influenze illecite, truffa aggravata, falsità materiale, favoreggiamento personale, abuso d’ufficio e associazione a delinquere segreta finalizzata a interferire con la pubblica amministrazione.

Nell’operazione figurano poi altri dieci indagati a piede libero per numerosi reati contro la pubblica amministrazione, contro la giustizia e per associazione a delinquere segreta. Le indagini dei carabinieri, avviate nel 2015, ruotano attorno alla figura di Giovanni Lo Sciuto, ex deputato regionale fino al 2017, a carico del quale sono emersi gravi indizi per numerosi reati contro la pubblica amministrazione con l’obiettivo di ampliare la sua base elettorale e il suo potere politico.

Le indagini

Le indagini hanno permesso di accertare che Lo Sciuto avrebbe creato un accordo corruttivo con Rosario Orlando – già responsabile del centro medico legale dell’ Inps, poi collaboratore esterno dello stesso ente quale “medico rappresentante di categoria in seno alle commissioni invalidità civili” -. Lo Sciuto avrebbe ottenuto da Orlando la concessione di numerose pensioni di invalidità per i suoi elettori, anche in assenza dei presupposti previsti dalla legge. Il medico dell’Inps sarebbe stato corrotto attraverso regali ed altre utilità, ma anche attraverso l’intercessione con l’ex rettore Roberto Lagalla, oggi assessore regionale all’Istruzione e destinatario di un’informazione di garanzia, per l’aggiudicazione di una borsa di studio a favore della figlia presso l’università di Palermo.

Tra gli arrestati, anche altri politici che, insieme a professionisti e massoni, avrebbero fatto parte di una vera e propria loggia segreta. Ai domiciliari è finito inoltre l’ex sindaco di Castelvetrano Felice Errante e l’ex deputato e assessore regionale Francesco Cascio. Cascio, 55 anni, dipendente dell’azienda sanitaria provinciale di Palermo ed esponente di primo piano di Forza Italia, ha ricoperto la carica di presidente del Parlamento siciliano dal 2008 al 2012; è stato anche deputato nazionale nel ’94 e nel ’96. Il politico siciliano era stato anche coinvolto in un’inchiesta per voto di scambio nelle elezioni regionali del 2012. Nell’ottobre del 2016 era stato condannato in primo piano dal giudice per le indagini preliminari di Palermo, con rito abbreviato, a 2 anni e 8 mesi e sospeso dall’assemblea regionale siciliana per effetto della legge Severino. Nel dicembre di due anni fa era stato assolto e riabilitato.

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