Brexit: il popolo del “remain” in marcia a Londra per chiedere un secondo referendum
Uri Geller, l'illusionista che piega cucchiai e forchette con la forza del pensiero, ha scritto alla premier Theresa May che proverà a fermare la Brexit con la telepatia: «Mi creda – ha avvertito – ne sono capace». Forse la telepatia è davvero l'unica e ultima strada percorribile per evitare che il Regno Unito abbandoni l'Unione Europea: i 27 membri delConsiglio Europeo hanno appena concesso a Theresa Maydi posticipare la Brexit, a patto che riesca a far approvare un accordo di uscita dal Parlamentoentro la prossima settimana.
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Accordo che è stato già bocciato due volte. Indipendentemente da come andranno le cose,la premier ha deciso da tempo: non si torna indietro. Un secondo referendum – ha detto – sarebbe uno schiaffo alla democrazia. Ma il popolo delremainnon si è ancora dato per vinto e il 23 marzo è sceso in strada in massa per tentare un ultimo estremo tentativo.«Il voto – dicono – non è mai un affronto alla democrazia».
La marcia di Londra
Il corteo è partito alle 13 (ora italiana) del 23 marzo da Park Lane ed è diretto a Parliament Square. Il centro di Londra è bloccato centinaia di migliaia di persone. Tra queste c'è anche il sindaco di Londra SadiqKahn, da sempre contrario alla Brexit.
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A ottobre,a una marcia simile, avevano preso parte, secondo gli organizzatori, 700 mila persone. Cifre che, come è ovvio, vanno sempre prese con le molle, anche se bisogna ricordare che il voto sulla Brexitdi tre anni fa fu deciso da una manciata di voti: 51,9 %per il Leave,48,1% per ilRemain.
Ed è molto probabile che le vicissitudini affrontate dal Regno Unito da quando sono partite le trattative con l'Ue – lo stallo in Parlamento, le aziende che minacciano di abbandonare il Paese, i miliardari che l'hanno già abbandonato– abbiano convinto molti brexitersa passare dall'altra parte della barricata.
La raccolta firme da record
La petizione popolare, lanciata su Internet per chiedere al Parlamento britannico di non fare ricorso all'articolo50 del Trattato di Lisbona, quello che dice che ogni Stato membro può ritirarsi dall'Unione,ha raccolto4,2 milioni di firme. E la notizia è arrivata proprio nel giorno del grande corteo del popolo delremain,a Londra.
L'appello online sembra esseredestinato al fallimento, proprio come la manifestazione. I numeri del voto online sono importanti, anche se non manca qualche ombra: tra i firmatari ci sarebbero anche cittadini non britannici e secondo il sito del Parlamento, che raccoglie le petizioni, meno della metà delle firmatarie ha la residenza nel Regno Unito.