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Rifiuti, a fuoco un altro impianto Tmb. Raggi: «Colpo durissimo per Roma e per tutti i romani»

25 Marzo 2019 - 19:42 Angela Gennaro
Ora la sindaca «deve solo chiudere l'impianto, che è fuori legge», dicono i residenti. «Qui abbiamo il più alto tasso di tumori di Roma e del Lazio»

Un rogo, scoppiato poco prima delle 20 del 24 marzo,nell’impianto Ama di trattamento rifiuti urbanidi Rocca Cencia, alla periferia est di Roma. Il Tmbè l’unico impianto pubblico sopravvissuto dopo che un altro incendio ha messo fuori uso il suo omologo a nord della Capitale, quello su via Salaria.La sindaca di Roma, Virginia Raggi, è andata a Rocca Cencia. Al Tmbdi Rocca Cencia, scrive su Facebok, «viene trattato circa un quarto della spazzatura dei tre milioni di abitanti di Roma». «Probabilmente, parte della struttura non sarà completamente agibile nel brevissimo periodo: stanno ancora verificando i danni.La magistratura farà le sue indagini che si aggiungono a quelle sull’incendio dello scorso 12 dicembre che ha devastato e reso inutilizzabile l’impianto di trattamento dei rifiuti del Salario». Rocca Cencia e TmbSalario, dice la prima cittadina,«erano gli unici siti di proprietà dell’azienda municipale di Roma e coprivano il trattamento della metà dei rifiuti della Capitale d’Italia».

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Il rogo potrebbe rallentare lo smaltimento dei rifiuti a Roma:«Attualmente ne restano attivi soltanto altri due che sono di proprietà privata. Questo incendio è un colpo durissimo per Roma e per tutti i romani».L’incendio «è stato spento ieri sera dopo un primo intervento da parte dei guardiani all’interno del Tmb, e poi dei vigili del fuoco», racconta a Open dai comitati della zona Fabio Mercanti. I residenti hanno cominciato a vedere il fumo salire e hanno provato a dare l’allarme. La vasca che ha preso fuoco, dice Mercanti, «conteneva circa 200 tonnellate di rifiuti indifferenziati». Altro non sappiamo perché «nessuna nostra delegazione è potuta accedere all’interno del Tmb».Sì, certo, «la sindaca è venuta sul posto,ma non si è fermata a parlare con i cittadini: ha tirato dritto all’ingresso e all’uscita», dice Fabio. E no, «non ci ha fatto piacere: viviamo lì con le nostre famiglie e volevano essere rassicurati».

Le reazioni dei residenti

Quella tra Finocchio, la Borghesiana, Villaggio Prenestino e Ponte di Nona è un’area in cui, nel raggio di 3 km, vivono oltre 100 mila persone. Un’area che «viene da 50 anni di martirio», dicono i residenti. Discariche Ama, un terreno mai bonificato, 20 anni di inceneritore.«Ora che l’impianto è fermo, per la prima volta in 50 anni stiamo rispettando la legge», chiosa Andrea De Carolis, di QRE, Quartieri riuniti in evoluzione. La scuola, qui, «è intitolata a una bambina morta di leucemia fulminante. Abbiamo il record di tumori a Roma e nel Lazio», dice De Carolis. Quell’impianto è una bomba batteriologica che continua a lavorare perché non c’è l’alternativa», aggiunge Fabio.

Via delle vedove

C’è una strada, in questa zona, che viene chiamata con un nome che lascia poco spazio all’immaginazione: via delle Vedove. «Non ci venissero a dire “e ora dove mettiamo i rifiuti”.Qui non ci devono stare», tuona De Carolis. «Mia moglie è morta di cancro, lasciando 4 figlie piccole. Che rischiano ora, stando qui: io penso a loro. La mia famiglia vive in questa zona da tre secoli». E le vasche dell’impianto«ammorbano l’area, ci rovinano la vita:qui c’è l’indice di fertilità più alto di Roma, il 45% di ragazzi ha meno di16 anni. Fino ad ora abbiamo fatto affidamento solo sulla magistratura, ma non abbiamo visto atti concreti. Ora faremo un esposto anche al Csm». Da quando il TmbSalario è andato a fuoco a dicembre scorso (ed è ora quasi completamente fermo, al netto di attività di trasferenza), Rocca Cencia «ha raddoppiato il suo carico: prima l’ordinario era di 700 tonnellate al giorno», dice Mercanti. «Pubblicamente viene negato,ma noi sappiamo queste cose da persone all’interno, con conferme anche da parte di alcuni dirigenti». I rifiuti trattati al Tmb di Rocca Cencia venivano poi smistati fuori regione, in Abruzzo e in Emilia Romagna.

La posizione dell’Ama

Mentre si indaga per incendio colposo, l’azienda rifiuti, l’Ama fa sapere in una nota pomeridianache «una delle due linee di trattamento dell’impianto resta al momento non operativa e non fruibile così come buona parte della vasca di ricezione dell’impianto, che contiene materiali posti sotto sequestro cautelare dalla magistratura». Fino a quando non saranno completati gli accertamenti, dice l’azienda, l’impianto potrà lavorare solo parzialmente. «L’altra linea di trattamento, a seguito del verbale di chiusura intervento da parte dei Vigili del Fuoco, delle verifiche tecniche sulla struttura e dell’arrivo del nulla osta sull’agibilità da parte del tecnico strutturista incaricato da AMA, è da poco ripartita. Le strutture dell’azienda capitolina per l’ambiente che sovrintendono ai flussi sono già al lavoro dall’alba per ottenere maggiore elasticità nei conferimenti in entrata presso gli altri impianti già utilizzati di Roma e del Lazio».

La richiesta dei residenti: «Chiudete l’impianto»

«Stamattina si sentiva di nuovo la puzza… La solita puzza», dice Fabio Mercanti. «Dall’inferno di Rocca Cencia al paradiso archeologico dei Gabi (un’importante area archeologica, ndr). Questo dicevano i 5 Stelle in campagna elettorale»,lamenta De Carolis, chiamato in municipio come plenipotenziarioproprio per aiutare l’amministrazione grillinaa chiudere quell’impianto. «Quando ho capito che bloccavano tutti i miei progetti e che quella promessa sarebbe stata disattesa mi sono dimesso». Ora la sindaca «deve solo applicare la legge e chiudere l’impianto, che è fuori legge», conclude De Carolis. È quello che emerge da un parere molto chiaro della Regione Lazio del 24 aprile 2018: «Esprime parere negativo sull’ampliamento del Tmb di Rocca Cencia- previsto da Ignazio Marino e confermato dall’attuale giunta Raggi – e dice che l’esistente è incompatibile con le condizioni del territorio, dal punto di vista antropico e della vincolistica». Insomma,«se si stesse parlando di un impianto privato sarebbe già scattato un provvedimento demolitorio, per le condizioni tecniche che presenta».

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