Anche Adam sarà premiato: avviata la procedura per la cittadinanza
L'iter per la concessione della cittadinanza italianasarà avviato anche perAdamEl Hamami, il tredicenne che ha dato l'allarme sul bus dirottato a San Donato Milanese insieme a RamiShehata. Losi apprende da fonti del Viminale. Adam è nato a Crema ma è figlio di genitori marocchini e, come nel caso del compagno, il provvedimento riguarderà solo lui e non la sua famiglia.«Sono contenta per Rami, non chiedo la cittadinanza per me e per la mia famiglia – aveva affermato la madre del ragazzo -ma se venisse data anche ad Adamsarebbe una bella cosa per lui».
Il ruolo di Adam è stato fondamentale, quanto quello di Rami. Ma il suo contributo, all'inizio, è stato involontariamente oscurato. Il primo arichiedere la cittadinanza anche per lui è stato proprio Rami, seguito dalla famiglia e dagli altri compagni di classe di Adam.«Dopo quello che ho fatto me la merito – scherzava con Open il giovane Rami -ma dovrebbe averla anche il mio compagno Adam perchéha chiamato i soccorsi anche lui». E così, per ogni intervista che negli ultimi giorni lo ha visto protagonista, non ha smessodi ripeterlo, di ricordare come è andata, di sostenerela causa del compagno di scuola.
Da parte loro, i genitori diAdamsono convinti che siano tutti gli studenti su quel bus a meritare una ricompensa, che abbiano tutticontribuito a loro modoa salvarsi e a salvare il prossimo:«Ibambini sono tutti eroi, sono tutti stati bravi. C'è stata una bella collaborazione tra tutti loro». La madre di Adam ha raccontato di aver ricevuto diverse chiamate dal figlio che era riuscito a tenere losmartphonecon sée a non consegnarlo all'aguzzino come hanno fatto quasi tutti gli altri giovani studenti.
In particolare, una di queste telefonate ha consentito alle forze dell'ordine di geo-localizzare il pullman: «Mio figlio è riuscito a indicarci il posto preciso, mi ha detto: «Mamma siamo davanti al ristorante La fabbrica dei sapori». Pochi giorni prima il padre di Adam aveva chiarito che secondo lui, a prescindere dal gesto più o meno coraggioso, tutti i figli di seconda generazione meritano di essere cittadini italiani.«L’Italia è il Paese di questi ragazzini a prescindere dal fatto che abbiano avuto coraggio – aveva detto-. Mio figlio è nato a Crema ma non è italiano», aveva rimarcato sottolineando di non comprendere il senso.