Brexit, sconfitta per May: Parlamento prende il controllo dell’accordo. Si dimettono in tre
Theresa May subisce un'altra pesante sconfitta e nel Regno Unito continua lo psicodramma sulla Brexit. La Camera dei Comuni ha approvato un emendamento sulla Brexit che dà la precedenza mercoledi al voto sull'uscita dall'Ue alle proposte del Parlamento, rispetto all'eventuale terzo tentativo sull'accordo raggiunto dalla May con la Ue. L'iter della Brexit passa dunque a Westminster.
Rimane il rischio di hard Brexit
L'emendamento, promosso dai Tory dissidenti Oliver Letwin e Dominic Grieve e dal laburista Hilary Benn, ha ottenuto 329 sì e 302 no. Il sottosegretario Richard Harrington, che ha votato per il testo contro la volontà del governo, si è dimesso così come anche il sottosegretario agli Esteri Benn e quello alla Salute Brine. Chi invece rimane al suo posto è Theresa May che non vuole cedere, nonostante la pressione dell'opinione pubblica che chiede le sue dimissioni.
Dopo la seconda bocciatura dell'accordo con la Ue per un'uscita ordinata dall'Unione la May è stata costretta a chiedere ai 27 Paesi europei una proroga sull'uscita fissata per il 29 marzo, ottenendo un rinvio al 22 maggio. Ma le opzioni rimangono comunque limitate e aleggia ancora il rischio di una hard Brexit, un'uscita senza accordo.
Se le prossime proposte del Parlamento dovessero ottenere la maggioranza, raggiungendo un accordo sull'uscita allora Londra lascerà l'Europa il 22 maggio, se così non fosse Westminster avrà tempo fino al 12 aprile per decidere se partecipare alle elezioni europee, cosa che permetterebbe di chiedere una nuova proroga. La terza strada da percorrere è quella di un'uscita senza accordo, il tanto temuto "No deal".
Ansa|Theresa May in un incontro a Bruxelles con Jean-Claude Juncker
L'emendamento Beckett è stato bocciato
Durante la nottata a Westminster, la Camera dei Comuni ha bocciato un ultimo emendamento alla mozione governativa sulla Brexit presentato dalla ex ministra laburista Margaret Beckett. L'emendamento Beckett, il cui obiettivo dichiarato era quello di rafforzare il no della Camera all'ipotesi No deal e ad assicurare più tempo in caso di stallo persistente per determinare un nuovo approccio sull'uscita dall'Ue, ha ottenuto 311 voti a favore e 314 contro.
L'esecutivo dopo la sconfitta sull'emendamento favorevole a dare più poteri al Parlamento per dibattere proposte su un piano B, è riuscito quindi a mantenere una maggioranza almeno su questo accordo.
Dopo i due precedenti no è difficile che May possa ottenere la maggioranza in un terzo voto, ma la premier ha dichiarato di «non aver perso la speranza» di poter portare nuovamente l'accordo davanti alla Camera. «Continuerò ad avere un confronto con i miei colleghi deputati all'interno del Parlamento, in modo tale da procedere con il voto questa settimana e garantire finalmente la Brexit».