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Il mercantile dirottato dai migranti diretti in Libia è arrivato a Malta

27 Marzo 2019 - 17:37 Redazione
La nave era arrivata a 6 miglia dal porto di Tripoli, poi ha cambiato rotta verso Malta. I migranti sono sbarcati poco dopo le 10 del 28 marzo

Il primo a essere sbarcato è stato un bambino di pochi mesi in braccio a una donna. Le operazioni di sbarco dei migranti a bordo del mercantile El Hiblu 1 si sono concluse questa mattina: tra questi, cinque sono stati fatti scendere con i polsi legati da fascette di plastica. La nave della compagnia turca aveva salvato108 personein acque libiche: la maggior parte uomini, oltre a 19 donne e 12 bambini che avrebbero costretto il capitano a dirottare la nave verso Malta, quando era ormai arrivata a sole sei miglia nautiche dalle coste libiche.

Lo stato maltese aveva emesso un comunicato stampa per dichiarare che il comandante non aveva più il controllo della nave. A dare la notizia del dirottamento in Italia è stato il ministro dell'Interno Matteo Salvini: «Non sono naufraghi, ma pirati», ha detto il vicepremier ribadendo la sua linea sui barconi: «L'Italia la vedranno col cannocchiale. Se fosse confermata l'ipotesi dirottamento si tratterebbe del primo atto di pirateria in alto mare».

L'ingresso in acque maltesi

Il mercantile El Hiblu 1, con a bordo i 108 migranti che hanno dirottato la nave a 6 miglia dalla costa libica, è giunto nel porto Boiler Whalfalle 8.30 di giovedì 28 marzo. Nella notte tra il 27 e il 28 marzo la nave era entrate in acque maltesi e la Guardia costiera del Paese avevadichiarato che non avrebbe permesso alla nave di entrare nelle sue acque. Inoltre,nella notte avevapredisposto delle unità speciali per evitarne l’ingresso. I militari, poi, sono salite sulla nave e l'hanno condottanel porto.Il primo ministro maltese Joseph Muscat ha twittato: «Noi non ci sottraiamo dalle nostre responsabilità, nonostante le nostre dimensioni. Ora seguiremo tutte le regole internazionali».

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Fonti del governo de La valletta hanno stimatoche a bordo del mercantile ci potessero essere circa108 migranti, di cui77 uomini e 31 donne, oltre all’equipaggio.Inizialmente il controllo della nave sarebbestato preso dai 108 migranti a bordo. Il portavoce delle forze armate maltesi ha definito il mercantile una «nave pirata»,proprio come il ministro dell’Interno italiano Matteo Salvini.

È corretto parlare di “pirateria”?

Secondo le leggi internazionali non sarebbe corretto definirla una nave pirata. È possibile parlare di pirateria nel momento in cui una nave viene attaccata dall’esterno da membri di un’altra imbarcazione in acque internazionali. Il caso della El Hiblu 1 è però diverso: si tratta di una nave il cui controllo è stato preso dalle persone a bordo e ciò è avvenuto in acque libiche, non internazionali.

I campi di detenzione

A gennaio del 2017, l'ex ministro dell'Interno Marco Minniti ha raggiunto un'intesa con la Libia – che all'epoca era il principale "porto"di partenza dei migranti – sul controllo delle frontiere e il cosiddetto «traffico di esseri umani». Da allora gli sbarchi sono diminuiti in modo drastico, mentre è aumentato verticalmente il numero dei migranti trattenuti nei centri di detenzione.

Secondo l'Onu, 29mila migranti, provenienti da vari Paesi africani, sono stati riportati in Libia dal 2017. Quelli tuttora detenuti sarebbero diverse migliaia. L'Onu è l'unica istituzione ad aver avuto accesso ai centri libici. E in un rapporto basato sulle testimonianze raccolte durante la visita ha spiegato quali sono le condizioni della detenzione: stupri di gruppo per le donne, torture e omicidi per gli uomini, condizioni igienico sanitarie terribili.Reclusi, sottoposti a torture, spesso senza cibo, né medicinali. AncheOpen ha raccontato l'orrore dei centridi detenzione in Libia, raccogliendo le testimonianze di alcuni migranti.

L'asse Italia Malta anti clandestini

Fonti del Viminale fanno sapere che, dopo la vicenda del mercantile dirottato, Italia e Malta hanno avviato contattiformali per siglare un'alleanza, un asse "anti-clandestini". L'occasione, fanno sapere«è ritenuta utile per aprire una nuova fase di collaborazione tra i due Paesi. A breve verranno elaborate proposte concrete per intervenire contro l'immigrazione clandestina e il traffico di esseri umani nel Mediterraneo».

Sea Watch: un altro processo per Salvini?

Dopo il caso dei 177 migranti trattenuti a bordo dellaNave Diciotti, per il quale è stato chiesto il processo (poi negato) per il ministro Salvini, potrebbe aprirsi un altro fronte giudiziario, questa volta per il caso SeaWatch. La procura di Siracusa – dove la nave ong è rimasta a lungo bloccata su ordine di Salvini – ha inviato gli attialla procura di Catania (competente per i reati ministeriali), che dovrà valutare se ci sono gli estremi per indagare il vicepremier.

Foto copertina Ansa | Il mercantileEl Hiblu 1 approda a Malta

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