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Stallo sulla Brexit: il parlamento boccia 8 proposte alternative su 8

27 Marzo 2019 - 19:32 Redazione
La premier britannica aveva promesso che avrebbe lasciato il suo incarico se fosse stato raggiunto un accordo, a meno che non fosse passata l'opzione No Deal

L'accordo raggiunto da Theresa May con l'Unione Europea per l'uscita del Regno Unito è stato bocciato due volte. La premier è arrivata a mettere sul tavolo le sue dimissioni in cambio di un sì, ma molti partiti continuano a essere contrari.

Se i tentativi di May non sono andati a buon fine, quelli del Parlamento britannico non sono stati da meno. Oggi, 27 marzo, la Camera dei Comuni ha votato 8 proposte alternative al "piano May", ma nessuna di queste è stata approvata.

Le proposte avevano un valore indicativo, non vincolante: servivano cioè a capire se all'interno del Parlamento britannico si fossero formate delle maggioranze disposte a votare l'una o l'altra opzione.

Tra le proposte c'era un piano per un'uscita più soft dalla Ue, un piano per un'uscita senza accordo – il temuto No deal – e un piano per un referendum bis, chiesto da un enorme gruppo di manifestanti a Londra sabato 23 marzo.

Mentre il tempo va avanti – la scadenza per la Brexit era fissata al 29 marzo ed è stata prorogata al 22 maggio, a patto che si trovi un accordo entro il 12 aprile – la situazione sembra sempre più bloccata.

Ed è proprio per questo che May aveva deciso di giocarsi tutte le carte: durante il consueto Question Time la premier aveva annunciato di essere «pronta a lasciare l'incarico in anticipo pur di assicurare una Brexit ordinata».

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Shutterstock|Un sostenitore della Brexit in protesta davanti a Westminster

Il primo ministro aveva ribadito ancora una volta che il suo accordo era ed è ancora l'opzione migliore per «attuare il risultato del referendum sulla Brexit», il referendum in cui «una maggioranza di 17,4 milioni di persone» aveva votato a favore dell'uscita dall'Ue.

«Sono pronta a lasciare questo lavoro prima di quanto volessi per permettere di fare quello che è giusto per il nostro Paese e per il nostro partito», aveva dichiarato la premier.

«Chiedo a tutti in questa aula di appoggiare l'accordo così che possiamo completare il nostro dovere storico, ovvero portare a buon fine la decisione del popolo britannico e lasciare l'Unione europea con un processo di uscita ordinato».

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