«Sulla mia pelle»: il film in gara ai David di Donatello ha cambiato il cinema (e anche un po’ noi)
Miglior film, miglior regista esordiente, miglior sceneggiatura originale, miglior produttore, miglior attore protagonista, miglior attrice non protagonista, miglior musicista, miglior truccatore e miglior montatore. Sono le nomination che sono state annunciate e con le quali stasera Sulla mia pelle, il film che racconta gli ultimi sette giorni di vita di Stefano Cucchi, gareggia per il conferimento dei David di Donatello, il premio assegnato dall'Accademia del Cinema italiano. Il film, seconda opera del regista Alessio Cremonini, con protagonista Alessandro Borghi nei panni di Cucchi, è un caso cinematografico sostanzialmente per tre motivi.
Instagram | Alessandro Borghi nei panni di Stefano Cucchi
La distribuzione, dal cinema a Netflix
Per la prima volta, la premiazione dei David – istituita nel 1956 – cui da sempre concorrono solo case di distribuzione cinematografica, subisce una svolta: Sulla mia pelle è infatti una pellicola che ha visto, dal momento del suo lancio, due canali di distribuzione, Lucky Red per i cinema e Netflix per lo streaming. Tutto in contemporanea, a partire dal 12 settembre 2018. Sulla piattaforma video la pellicola è esplosa, è entrata nel palinsesto di Netflix in 190 Paesi.
L'onda dello streaming è così inarrestabile che è arrivata a toccare anche il mondo del cinema. Dopo il lancio di Sulla mia pelle si è dimesso Andrea Occhipinti, il presidente dell'Anica, l'associazione che cura le relazioni tra industria cinematografica e istituzioni. È stato lui che insieme a Lucky Red ha scelto di proiettare il film in contemporanea, nelle sale cinematografiche e in streaming. Una decisione criticata da molti esercenti: «Non sta cambiando solo l’Italia, è il mondo che cambia. E questa piattaforma web è una realtà importante che capisco possa disorientare e fare paura, ma con cui vanno fatti i conti. Pur essendo paradossalmente vittima di un successo imprenditoriale, lascio questo incarico». E così per la prima volta nella storia dei David ci sarà un film uscito prima in streaming che nelle sale.
Instagram | Alessandro Borghi nei panni di Stefano Cucchi, in una scena del film
Proiezioni abusive
Passaparola, gruppi su Facebook, mobilitazioni di associazioni ed enti no profit e dei centri sociali. Sono bastate poche ore dall'uscita di Sulla mia pelle per organizzarsi in gruppi e chiedere che venisse proiettato in sale comunali, nei teatri, nei parchi. Tutto gratuitamente, aggirando il pagamento dei diritti d'autore.
Una sollevazione popolare che ha visto schierarsi da una parte gli addetti al settore del cinema, come il regista Cremonini, che aveva detto: «Vederlo in piazza, gratis, non aiuta. Servono risultati per continuare a girare questo tipo di film e per dare sempre più spazio a storie come quella di Stefano Cucchi. E i risultati non sono post su Facebook, condivisioni, retweet o stories su Instagram. Sono biglietti staccati, incassi, abbonamenti».
Lucky Red e Netflix hanno segnalato a Facebook le pagine che propongono la visione gratuita del film, richiedendone la rimozione, per violazione di diritto d'autore. Diversa era stata, invece, la reazione della sorella di Cucchi, Ilaria, rimasta entusiasta dell'iniziativa.
Il caso Cucchi dopo il film
Dopo circa un mese dal successo del film, ecco arrivare la notizia del carabiniere Francesco Tedesco che ammette il pestaggio di Stefano Cucchi, senza dichiararsi colpevole in prima persona del fatto. Un colpo di scena a tutti gli effetti, il caso riesplode dopo nove anni in cui sembrava si fosse arrivati a un punto morto: Tedesco chiama in causa i suoi colleghi dell’Arma, Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro, coimputati.
Instagram | Stefano Cucchi
«Fu un'azione combinata, Cucchi prima iniziò a perdere l'equilibrio per il calcio di D'Alessandro poi ci fu la violenta spinta di Di Bernardo che gli fece perdere l'equilibrio provocandone una violenta caduta sul bacino», ha dichiarato Tedesco. «Anche la successiva botta alla testa fu violenta, ricordo di avere sentito il rumore». Poco dopo la confessione di Tedesco, la sorella di Stefano, Ilaria, pubblicherà un post su Facebook: «Il muro è stato abbattuto. Ora sappiamo e saranno in tanti a dover chiedere scusa a Stefano e alla famiglia Cucchi».
In copertina: Instagram | La locandina del film