Di Maio, redditto di cittadinanza anche a italiani all’estero. E attacca la sinistra: «Basta con falce e cashmere»
È stato dato il via libera definitivo dall'Aula del Senato al Decretone che contiene Quota 100 e reddito di cittadinanza. Il provvedimento, che ha incassato 150 sì, 107 no e 7 astenuti, dopo la terza lettura di palazzo Madama, è legge.
Luigi Di Maio, sui social, sul cavallo di battaglia del M5s ha commentato:«È un nuovo modello di welfare» e annuncia tagli agli stipendi dei parlamentari. Per Confindustria, però, le misure «in deficit» avranno «impatto negativo sulla crescita», avendo contribuito «al rialzo dei tassi sovrani e al calo della fiducia».
Dagli Stati Uniti, dove Di Maio si trova in visita per affrontare con Washington temi quali la Via della Seta e ribadire l'alleanza tra Italia e Usa, il ministro del Lavoro ha aperto al redditto di cittadinanza anche per italiani all'estero.
La misura ad oggi, con i suoi limiti di residenza continuativa sul territorio italiano, esclude, oltre a chi è residente all'estero, anche gli italiani che lasciato il Paese per motivi di studio o lavoro:«Non c’è nessuna volontà di escludere gli italiani all’estero», ha assicurato il vicepremier.
«Abbiamo fatto un ragionamento sul reddito di cittadinanza, inserendo la categoria del lungo soggiornante a 10 anni per accedere al reddito, per evitare che l’effetto delle ondate migratorie, che adesso non ci sono ma che potrebbero esserci nei prossimi anni, incidesse sulla spesa del reddito a quel punto non più prevedibile».
Il ministro pentastellato ha poi chiarito: «Auspico nei prossimi giorni di poter lavorare a una norma specifica sugli italiani all’estero, che consenta di non escluderli sul reddito di cittadinanza».
Su Facebook dopo aver commentato l'approvazione del reddito di cittadinanza, Di Maio sferra un attacco alla sinistra: «Qualcun altro – che mi dicono essere il tesoriere di questo "nuovo" Pd – nemmeno qualche settimana fa ha depositato sempre in Senato una proposta di legge per aumentare ulteriormente, invece, proprio gli stipendi dei parlamentari (equiparandoli a quelli degli europarlamentari)», scrive Di Maio.
«Parliamo di ben 2-5 mila euro in più al mese – continua Di Maio – che un lavoratore comune vede col binocolo. E sul salario minimo tacciono. Bella la sinistra falce e cashmere, ne sentivamo quasi la mancanza. Noi andiamo avanti!»
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Su una possibile manovra correttiva richiesta dall'Europa Di Maio ribadisce:«La manovra correttiva in un momento in cui l’Europa ha seri problemi di congiuntura economica significa giocare in difesa; noi vogliamo giocare all’attacco, individuando una serie di provvedimenti che ci vengono dal mondo delle aziende e delle industrie per accelerare il processo di crescita».