Donne e calcio, in Argentina un tifoso ha lanciato acqua bollente contro una guardalinee
«È uno schifo vedere le donne che vengono a fare gli arbitri in un campionato dove le società spendono centinaia di migliaia di euro». Campionato di eccellenza, partita Sant’Agnello contro Agropoli. La telecronaca è di Sergio Vessicchio, giornalista ora sospeso dall’ordine. Nel suo mirino una donna, scelta per far parte della terna arbitrale della partita.
Non sono bastate le battaglie per l’equiparazione dei contratti della nazionale femminile statunitense, gli stadi sempre più pieni per le partite e tutto un settore che continua, lentamente, a emergere. Il ruolo della donna nel calcio non è ancora stato accettato. L’ultimo episodio di violenza è registrato in Argentina, dove un tifoso ha lanciato una bottiglietta di acqua bollente a una guardalinee.
L’attacco dopo una decisione sbagliata
La partita era tra Marquesado e San Martín, sesta divisione del campionato Argentino. Come scrive il quotidiano Telesol Diario, la 46enne Rosana Paz stava arbitrando, come guardalinee la partita. Il risultato era 1-0, in testa c’era il Marquesado. Due minuti alla fine del match. Uno degli arbitri ferma l’azione di attacco della squadra di casa.
Quello che è successo dopo lo spiega direttamente Rosana Paz: «Mi sentivo come se avessero lanciato un liquido caldo sulla mia schiena. Ho chiamato l’arbitro per chiedere di gettare acqua fredda e calmare il bruciore. All’inizio volevano sospendere la partita ma abbiamo raggiunto un accordo per farla arrivare alla fine».
Dopo l’incidente Rosana Paz ha deciso di non sospendere l’incontro
Quel liquido caldo era acqua bollente, un incidente che sarebbe potuto accadere a chiunque, anche a un arbitro uomo, come ha detto Rosana: «Che si tratti di una donna o di un uomo che riceve un assalto, questo tipo di situazione non dovrebbe accadere in alcun modo».
Non sarà questo gesto a fermarla, anzi. Esattamente come non ha voluto sospeso anche la sua partita, Rosana non sospenderà neanche la sua carriera: «Ho parlato con i miei genitori e mi hanno chiesto se volessi andare avanti. Ho detto di sì. Nel calcio le donne hanno ancora delle difficoltà e non io non ho intenzione di lasciare perdere».