«Appurare se una donna è isterica»: perché la frase del ministro Bongiorno è problematica
Durante un'intervista a SkyTg24 sul decretonee sulla legittima difesa, la ministra della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno ha twittato: «#CodiceRosso è una norma che prevede che quando una donna fa una denuncia per una violenza deve essere ascoltata entro 3 giorni dal pm o dalla pg. Così si può appurare immediatamente se si ha a che fare con un’isterica o con una donna in pericolo di vita, e in tal caso salvarla».
L'origine del termine«isterica» e il suo collegamento con l'utero
Il tweet, poi rimosso dall'autrice, ha scatenato varie polemiche. #isterica è diventato un trending topic su Twitter, dove donne e uomini hanno attaccato il ministroper l'utilizzo di questo termine. La psicologa Barbara Collevecchi scrive «#isterica? È per questa teoria del secolo scorso che le donne vittime di violenza non sono credute.
La teoria in questione è quella che associa un disturbo patologico comportamentale ai movimenti dell'utero femminile. La parola "isteria" deriva infatti dalla parola "hustéra", che nell'antica Grecia indicava l'utero. Lo scrive anche Ippocrate nel Corpus Hippocraticum: l’utero sarebbe «la causa di tutte le malattie delle donne».
@gbongiorno66 / Twitter | Il tweet – poi eliminato – della ministra Giulia Bongiorno
L’invenzione dello stesso vibratore, nella Francia del 1700, avviene come strumento per curare l’«isteria femminile» tramite massaggi pelvici. Le foto dell’archivio dell’ospedale francese Salpêtrière del 1800 mostrano i volti delle donne forzatamente ricoverate «per isteria» per aver mostrato «sintomi» come desiderio sessuale, irritabilità e insonnia.
«Il termine isterica è basato su una teoria senza fondamento che collega un disturbo della personalità a movimenti dell'utero», afferma Enrico Zanalda, presidente della Società Italiana di Psichiatria. Lo psichiatra spiega a Open come ora il termine che descrive la manifestazione teatrale di sofferenza sia chiamata «Istrionismo o disturbo istrionico della personalità, non più connesso al genere femminile, ma che si manifesta sia nell’uomo che nella donna».
La filosofa Donatella Di Cesare:«È uno stigma»
L'affermazione della ministra Bongiorno ha anche provocato la reazione anche di personalità accademiche, come la filosofa Donatella Di Cesare che ha affermato, in un'intervista a Open, di essere «indignata». Secondo Di Cesare:«Questo termine rappresenta uno stigma, un modo antiquato e reazionario di parlare delle donne, riducendole al loro utero, al corpo».
Continua la filosofa: «Nel corso dei secoli questo è significato subordinazione, sottomissione, ma anche un modo di rappresentare la donna che oggi è francamente insopportabile».La filosofa aggiunge che il fatto che sia un ministro donna a utilizzare uno «stereotipo così abietto» ci deve portare a riflettere sull'«introiezione, ma anche sul fatto che il governo si permetta di esprimersi in modo così disinvolto e irresponsabile».
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