La nuova proposta della Lega per facilitare l’acquisto (e l’uso) delle armi. Di Maio: «Non la voteremo mai»
La riforma sulla legittima difesa è legge. Il cavallo di battaglia del ministro dell’Interno Matteo Salvini è stato approvato in via definitiva il 28 marzo. Ora, la Lega guarda allo step successivo: facilitare l’uso delle armi. A poche ore dall’approvazione in Senato, 70 deputati del Carroccio hanno presentato una proposta finalizzata a «rendere più agevole l’iter per acquistare un’arma destinata alla difesa personale».
Proposta che non piace a Di Maio che ha scritto su Facebook «nessun eletto del MoVimento la voterà. Nessuno!», ma nemmeno allo Salvini, che ha sconfessato l’iniziativa dei suoi colleghi di partito: «Per quello che mi riguarda la legittima difesa garantisce più diritti e più tutela alle vittime. Non voglio in giro nemmeno mezza pistola in più, quindi invito l’amico Di Maio a occuparsi di ciò che il Parlamento farà, non di quello di non è all’ordine del giorno».
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Cosa prevede l’attuale normativa
Al momento, in Italia è possibile acquistare una pistola anche senza avere il porto d’armi. A regolarne il possesso è un decreto del Ministero dell’Interno del 2001, che non rende obbligatoria la denuncia delle armi ad aria (o a gas) compressa, i cui proiettili non siano dotati di un’energia cinetica superiore a 7,5 joule.
Il limite è uno dei più bassi in Europa, considerando che in Francia il limite è di 40 e in Spagna di 21. Superata quella soglia, l’arma è considerata da fuoco e c’è bisogno di una denuncia per il possesso e un’autorizzazione per l’acquisto. La richiesta può essere avanzata per uso venatorio (caccia), per finalità sportive o per difesa personale.
Cosa prevedeva la proposta della Lega
I promotori della legge, di cui la prima firmataria è Vanessa Cattoi, sono intenzionati ad alzare l’asticella dei joule per la libera vendita, portandoli da 7.5 a 15. In questo modo, l’iter per acquistare un’arma da fuoco a fini di legittima difesa sarebbe facilitato e velocizzato, concesso senza dover passare per autorizzazioni o denunce.
«La richiesta del porto d’armi per uso venatorio è solo un pretesto per avere un’arma in casa per difendersi dai malviventi», sottolineano. E a beneficiarne dovrebbero esserne soprattutto quei lavoratori che fanno dei mestieri, secondo la Lega, più a rischio: il permesso per difesa personale verrebbe concesso soprattutto a benzinai e gioiellieri, a chi sa maneggiarla e a chi è «in uno stato psico-fisico pressoché perfetto».
La ministra della Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno ha però voluto sottolineare a Radio Anch’io che «questa proposta dei deputati della Lega non è nel programma di Governo, né calendarizzata», e che «non ha relazioni» con la legge legittima difesa.