L’annuncio di Conte: «Il Governo voterà con l’opposizione sul revenge porn». Ecco cosa succederà ora
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Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha annunciato che il Governo voterà l'emendamento delle opposizioni per l'introduzione del reato direvengeporn, la diffusione non consensuale di materiale intimo foto/video. La norma sarà dunque approvata (almeno in prima lettura) da tutte le principali forze del Parlamento. Un segnale importante, che arriva dopo una giornata di polemiche fra maggioranza e opposizione, ma anche all'interno della stessa maggioranza.
Cosa è successo il 28 marzo
Piccolo ripasso: ieri, 28 marzo, la Camera dei Deputati ha avuto l'occasione di approvare un emendamento delle opposizioni (Leu, Pd, Forza Italia) al disegno di legge "codice rosso", che prevede l'introduzione del reato di revengeporn. L'approvazione è saltata per i voti del M5se della Lega.La bocciatura ha sollevato molte polemiche, perché il Movimento è da sempre favorevole all'introduzione del reato. Tant'è che ha anche presentato un suo disegno di legge in Senato tratto da una petizione appoggiata da Laura Boldrini e realizzata da tre associazioni: Insieme in rete, la rivista Bossy e I Sentinelli di Milano.
Se il Movimento ha usato una proposta già appoggiata dalla Boldrini, perché allora non ha approvato il suo emendamento? E perché non ha approfittato di questa occasione per approvarlo? La posizione ufficiale eraquesta: perché un argomento così serio non può essere affrontato con un "emendamentino". Bisogna coinvolgere le vittime, le associazioni, la polizia postale. Insomma, serve un percorso lungo. La linea del Movimento è stata sposata anche da Giulia Sarti, la deputata 5stelle che è stata vittima di revenge porn, che ha votato contro l'emendamento.
La giravolta di Di Maio
Fino a tarda serata, la posizione dei Cinque Stelleè stata questa. Poi, all'improvviso, Di Maio ha cambiato le carte in tavola intervenendo da New York, dove è in visita di Stato. «Martedì (quando il ddl sul codice rosso tornerà in discussione alla Camera, ndr) voteremo l'emendamento dell'opposizione – dice il vicepremier – ma non so cosa farà la Lega, ma per me quell'emendamento non sostituisce tutta la nuova proposta di legge. Iniziamo ad approvarlo che è un primo passo e poi approveremo la legge. Non credo ci sia da litigare sul revenge porn, che è una norma sacrosanta».
La giravolta del capo politico del Movimento ha sorpreso, ma non troppo. Nelle ultime ore il vicepremier, e con lui il Movimento, ha marcato le distanze dall'alleato in più di un'occasione, prendendo una posizionecontraria alle proposte della Lega sullacastrazione chimica e sulle "armi facili" e attaccando gli alleati sul Congresso di Verona. Senza dimenticare che all'approvazione della riforma della legittima difesa i ministri 5 stelle non erano presenti. Una strategia, forse, per risollevare i consensi dopo gli ultimi sondaggi e le tre batoste elettorali alle regionali, in Abruzzo, Sardegna e Basilicata.
Come ci si difende ora dal revenge porn?
Non essendoci una normativa specifica, le vittime di revenge porn possono provare a difendersi facendo appello ai reati di violazione della privacy, trattamento scorretto dei dati personali, diffamazione edestorsione. Queste fattispecie di reato non sono sempre applicabili e soprattutto non limitano la diffusione del materiale foto-video che, come nel caso di Tiziana Cantone, può continuare a girare per anni prima di essere rimosso. Gli esperti, in ogni caso,consigliano dicontattare immediatamente le piattaforme in cui sono stati diffusi i contenuti e di chiederne la rimozione.