Verona, trentamila alla contro manifestazione – Le immagini
Eranoin tante e in tanti alla contro manifestazione per dire “no” al congresso delle famigliedi Verona.
A Verona la tre giorni patrocinata dal ministro delle Famiglia, che vede la partecipazione di politici italiani come il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini, del senatore Simone Pillon, nonché di Giorgia Meloni, ha diviso l’opinione pubblica italiana in queste settimane.
Un’immagine satirica di Simone Pillon
Tanti i relatori pro-famiglia e anti-aborto presenti al convegno, ma mentre nelle sale della Gran Guardia i partecipanti portano avanti la loro visione della famiglia naturale, fuori dalle mura del palazzo costruito di fronte all’Arena migliaia di persone sono scese in strada per gridare il loro dissenso.
Gli attacchi sono tra i più svariati. Ma a essere presi di mira sononon tanto i poco conosciuti relatori internazionali del congresso, ma i volti noti della politica italiana. «Il mio papà mi ha detto di chiedere a Matteo quale delle due famiglie stia difendendo oggi». Il vicepremier della Lega è intervenuto sabato 30 marzo al congresso nonostante le forte critiche ricevute sia dall’opposizione che dai suoi alleati di governo del Movimento 5 stelle.
È la satira a farla da padrona in questa manifestazione per sdrammatizzare le pesanti accuse che si sono alzate dal congresso contro le unioni civili e la 194.
Tante le mamme presenti alla contro-manifestazione come Giulia, 37 anni, cha ha partecipato al corteo insieme alla sua bambina di un anno: «Per me la famiglia è ovunque ci sia amore, responsabilità e cura l’uni dell’altro, la volontà fa la famiglia. Al congresso di verona si parla invece ditutto ciòche le famiglie non possono fare», dichiara Giulia.
«Lo Stato per fare la famiglie dovrebbe investire negli asili nido, aiutare le aziende per il reinserimento professionale delle donne dopo la maternità. Perché le donne non si sentano cittadini di serie B perché hanno figli. Le donne vogliono lavorare, permetteteci di lavorare e di fare figli», chiarisce Giulia.
Anche tante insegnanti in marcia contro l’evento pro-famiglia. Emilia insegna nella scuola pubblica edè scesa in piazza perché«era doveroso farlo insieme ad altri colleghi per denunciare la presenza del ministro della pubblica istruzione Bussetti a questo Congresso», dice Emilia.
«Questo congresso segna la fine di una scuola inclusiva dove noi siamo chiamati a rispondere ai bisogni dei alunni senza tenere conto delle differenze di genere, di classe, di religione, per cui riteniamo che questo sia un attacco non solo a tutta la società ma anche alla scuola pubblica e agli insegnanti che fanno della scuola una realtà inclusiva», ribadisce Emilia.