Dal “Beppe Grillo” ucraino al ritorno di Yulia Tymoshenko: l’Ucraina al voto
Domenica 31 marzo gli ucraini sono chiamati a scegliere il nuovo presidente tra 39 candidati, un numero record per il Paese. In realtà la sfida sembrerebbe essere a quattro. Sono dati per favoriti: Volodymyr Zelensky , il presidente uscente Petro Poroshenko, la “Giovanna d’Arco” ucraina Yulia Tymoshenko e il filorusso Yuriy Boyko. Sono elezioni importanti, le prime dopo l’Euromaidan, escluso il voto che si è tenuto immediatamente dopo la fuga di Viktor Yanukovychin seguito alle proteste a Kiev e la conseguente elezione di Poroshenko. Un voto fondamentale per il futuro dell’Ucraina: sul tavolo i suoi rapporti con l’Unione europea e la Russia, avvicinarsi all’una significa prendere le distanze dall’altra in un eterno bivio da cui il Paese non riesce a uscire a 29 anni dall’indipendenza.
Volodymyr Zelensky, il “Beppe Grillo” ucraino
Zelensky è la grande sorpresa di queste elezioni. Il comico, totalmente estraneo alla politica, è dato per favorito: gli ultimi sondaggi lo danno al 30%, circa 10 punti percentuali in più rispetto ai suoi avversari. Classe ’78, Zelensky è diventato celebre prima come comico in KVN, una sorta di “Zelig” ucraino, ma negli ultimi anni la sua popolarità è cresciuta grazie alla fortunata serie Servo del popolo, dove interpreta un professore che a un certo punto si dà alla politica e diventa presidente. Il comico-candidato si è detto «pronto a tutto per il bene dell’Ucraina, anche a mettersi in ginocchio davanti a Putin». Una frase che aveva suscitato forti polemiche, ma che ugualmente non sembra avergli fatto perdere consenso. Zelensky è stato l’unico tra i candidati a riuscire a rompere il silenzio elettorale, anche se indirettamente. Il canale 1+1 del suo amico Ihor Kolomoiskyha trasmesso due programmi in cui il comico è solitamente protagonista e un film su Ronald Reagan doppiato proprio da Zelensky. Scelta che non sembra essere casuale visto anche che Reagan è stato un attore, prima di essere presidente.
Yulia Timoshenko, la “Giovanna d’Arco” della rivoluzione arancione
Dopo la prigionia e la lunga convalescenza in seguito a una malattia che per un periodo l’ha costretta sulla sedia a rotelle, Yulia Timoshenko torna in campo. Soprannominata “Giovanna d’Arco” durante la rivoluzione arancione, scoppiata in seguito alle elezioni del 2004, Timoshenko, 58 anni,è stata la prima donna a ricoprire il ruolo di premier in Ucraina. Se eletta, promette di alzare gli stipendi, abbassare il costo del gas e di portare la pace nelle terre di Donetsk e Lugansk, che dopo l’Euromaidan si sono dichiarate indipendenti. Secondo i sondaggi Timoshenko dovrebbe riuscire a prendere circa il 12,5% dei voti.
Petro Porosenko, il re del cioccolato
Poroshenko è il presidente uscente dell’Ucraina, gli ultimi sondaggi lo danno come secondo: dovrebbe prendere il 17% dei voti. Classe ’65, ha fondato l’azienda Roshen, diventata la più grande produttrice di cioccolato in Ucraina. Attività che gli è valsa il nome di “re del cioccolato”. Secondo Forbes, Poroshenko sarebbe uno degli uomini più ricchi d’Ucraina con un patrimonio stimato di 1,3 miliardi di dollari. Nel suo programma promette di portare l’Ucraina nella Nato e nell’Unione europea. Durante la sua presidenza però gli ucraini si sono visti aumentare la bolletta del gas e il costo della vita, per questa ragione il presidente uscente ha perso consensi: secondo i sondaggi sarebbe secondo, ma a una netta distanza da Zelensky.
Il filorusso Yuriy Boyko
Per i sondaggi Boykonon dovrebbe riuscire a prendere più del 10% dei voti. Già primo ministro dell’Ucraina dal 2012 al 2014, Boyko è il candidato filorusso. Promette di abbassare il costo del gas facendo leva sulle sue alleanze con il Cremlino. Un suo recente viaggio a Mosca, ha fatto scattare un indagine contro di lui. È accusato di aver «attraversato il confine illegalmente». Boykoera andato in Russia proprio per trattare il prezzo del gas con il primo ministro russo Dmitry Medvedev e il capo di Gazprom Aleksej Miller che hanno promesso aperture nel caso di una sua vittoria. Mentre a Kiev aprono i seggi, più di 1500 osservatori internazionali sono arrivati in Ucraina per presidiare le elezioni. Mentre le autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk hanno già fatto sapere che non prenderanno parte al voto, anche perché per votare i cittadini dovrebbero raggiungere i territori sotto il controllo di Kiev. A quel punto tornare a casa sarebbe pericoloso, i votanti potrebbero subire ripercussioni da parte degli attivisti filorussi. Stando ai sondaggi nessun candidato riuscirà ad ottenere il 50% dei voti, di conseguenza si andrà al ballottaggio che dovrebbe tenersi tra 21 giorni.
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