Elezioni in Turchia, doppia sconfitta per Erdogan: dopo Ankara, perde anche Istanbul
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan aveva definito le elezioni amministrative in Turchia una «battaglia per la sopravvivenza del Paese», ma per la stragrande maggioranza degli osservatori significavano solo una cosa: un test sulla popolarità del leader. La votazione municipale è infatti avvenuta nove mesi dopo che le elezioni legislative avevano esteso i poteri di Erdogan e il suo controllo sul paese. Le elezioni sono state scandite da episodi di violenza che hanno ucciso almeno sei persone e ne hanno ferite dozzine in varie parti della Turchia. Dopo Ankara, anche Istanbul passa ufficialmente nelle mani dell’opposizione. Ekrem Imamoglu del Partito Repubblicano del Popolo (CHP) ha ottenuto il 48,79% dei voti, una manciata in più dell’ex premier Binali Yildirim – candidato dell’AKP del presidente Recep Tayyip Erdogan – che ha ottenuto il 48,51% dei consensi.
Per Erdogan, Istanbul era una roccaforte importantissima. È li che ha iniziato la sua ascesa politica, come sindaco, nel 1994. In campagna elettorale ha affermato: «Chi vince Istanbul, vince la Turchia». Ad Ankara invece ha vinto Mansur Yavas, il principale candidato dell’opposizione, dopo 25 anni di governo dell’Akp. L’avvocato sessantatreenne avrebbe ricevuto circa il 51% dei voti. Il CHP e i suoi alleati sono anche riusciti a vincere altrove, portando da 14 a 20 il numero di municipalità sotto la loro amministrazione. Anche l’HDP, il Partito Democratico del Popolo, filo-curdo, ha riguadagnato seggi in vari distretti, ma ha rinunciato a presentarsi nelle grandi città per fare in modo che tutti i voti dell’opposizione a Erdogan convergessero verso un unico partito. Anni di prosperità economica hanno garantito il successo di Erdogan e del suo partito, ma le elezioni municipali si sono tenute in un momento in cui la moneta turca è indebolita, l’inflazione è alle stelle e il prezzo del cibo è in continuo aumento.