Vaccini prodotti con feti abortiti: il volantino diffuso da SìAmo al Congresso di Verona
Alessia Rota, vice capogruppo del PD alla Camera, pubblica dalla sua pagina Facebook la foto di un volantino del movimento SìAmo che parla di vaccini e feti abortiti: «Feti di plastica in busta, manuali anti-gender e volantini che sostengono che i vaccini obbligatori siano prodotti usando feti abortiti. Questo accade nel 2019 a Verona dove spacciano per congresso delle famiglie un consesso di disturbati oltranzisti. Con il beneplacito della Lega.». Ci troviamo di fronte all'ennesima campagna contro i vaccini sulla base di una pessima disinformazione legata al tema dell'aborto, uno dei punti trattati durante il Congresso di Verona.
I volantini esistono e sono stati distribuiti dal movimento al di fuori del Congresso di Verona, nei pressi di piazza Bra, e in autonomia. «Congresso per la famiglia? Noi ci SìAMO!» scrivono nel post Facebook, criticando i relatori dell'evento: «ma non saremo presenti in modo ipocrita, come tanti dei relatori invitati nella tre giorni scaligera nel congresso della famiglia.».
Nel post Facebook leggiamo:
Riteniamo che stereotipare le donne che vivono il dramma di dover arrivare a rinunciare ad una gravidanza, sia aberrante quanto restare totalmente silenziosi quando invece si tratta di tutelare le case farmaceutiche che potrebbero pagare donne da far abortire per avere linee cellulari su cui produrre le vaccinazioni che nel nostro paese sono obbligatorie. I bambini vengono tolti alle famiglie indigenti per questioni economiche mentre allo stato tenerli nelle case famiglia costa dai duecentocinquanta ai quattrocento euro al giorno. Basterebbe impiegare una parte di quei soldi direttamente sulle famiglie.
Il volantino di SìAmo riporta il seguente testo:
I vaccini obbligatori vengono prodotti usando feti abortiti, Si omette e si giustifica tutto ciò per tutelare le case farmaceutiche.
Le cellule umane WI-38
La storia dei vaccini è ben nota, così come quella delle cellule umane WI-38 che erano state isolate da un feto femminile in possesso nel 1962 del Karolinska Institutet di Stoccolma (Svezia). Da queste cellule vennero prodotti una serie di vaccini, tra i quali la rosolia e la varicella, ma di fatto non vennero utilizzati altri feti siccome dal 1962 viene usata sempre la stessa coltura.
Ecco quanto spiegato dal sito Dottoremaeveroche.it della FNOMCeO:
I virus che servono per produrre alcuni vaccini sono quindi coltivati su cellule che derivano, attraverso innumerevoli generazioni, dai tessuti donati alla ricerca da due persone che negli anni Sessanta si erano sottoposte per diverse ragioni a un’interruzione volontaria della gravidanza.
Infine, non contengono cellule fetali o residui:
Anche i vaccini prodotti in questo modo comunque non contengono né queste cellule né loro residui, che provocherebbero reazioni di rigetto da parte dell’organismo. I prodotti in commercio sono estremamente purificati e non contengono nulla che non sia utile per migliorarne sicurezza ed efficacia. Ogni partita di vaccini è sottoposta a centinaia di controlli lungo tutta la filiera produttiva, per cui non è plausibile che impurità di questo tipo rimangano nel prodotto immesso in commercio, né, che si sappia, questo si è mai verificato.
[…]
L’accusa che contengano “cellule provenienti da feti abortiti” è soltanto uno slogan usato nelle campagne antivax che si sono esacerbate negli ultimi mesi, allo scopo di creare un istintivo raccapriccio nei confronti di questi farmaci.
Teorie che circolano da anni
La vicenda è vecchia e trattata più volte a seguito delle polemiche nate contro Planned Parenthood Institute, società accusata di aver venduto pezzi di feti abortiti a ditte farmaceutiche. Una corposa indagine avviata dal Congresso americano, durata dal 2015 al 2017 e costata 1,5 milioni di dollari, aveva ottenuto il seguente verdetto: nessuna prova valida per sostenere le accuse. Altre erano le storie diffuse, come quelle trattate nel 2015 e nel 2016 da Butac, l'ultimo tratta lo studio della dottoressa Theresa Deisher seguita anche dal movimento SìAmo.
Conclusioni
Come ben spiegato, la produzione di alcuni dei vaccini in commercio viene fatta su cellule provenienti da persone che le avevano donate negli anni sessanta che si erano sottoposte all'interruzione della gravidanza per diverse ragioni. Altri vaccini, come quello antinfluenzale, vengono prodotti da uova di gallina. Da allora non c'è stato bisogno di ripetere tale operazione e sostenere che oggi vengano usati i feti abortiti per fare campagna antiaborto e contro i vaccini è dannoso.
Per quanto riguarda la presenza dei volantini e il Congresso delle famiglie, gli uni non sono collegati agli altri visti anche i toni posti dal movimento SìAmo nei confronti dei relatori.