Ryanair inquina quanto una centrale a carbone: lo dicono i dati Ue
Ryanair potrà costare poco al consumatore, ma non al pianeta. Dai dati europei sull’inquinamento emerge un fatto sconcertante: non solo la compagnia aerea low-cost è tra le prime dieci compagnie in Europa per livelli di emissioni di anidride carbonica, ma è anche l’unica in graduatoria a non essere una centrale a carbone. Un dato che attesta sia l’alto livello di inquinamento riconducibile all’industria dei trasporti, sia le difficoltà degli Stati e dell’Unione europea nell’applicare forme di regolamentazione efficaci da questo punto di vista. Nella graduatoria la compagnia irlandese si colloca al decimo posto con circa 10 mega tonnellate di CO2 prodotte in un anno. I primi nove posti nella graduatoria sono occupati invece da centrali a carbone, 7 delle quali in Germania.
La più inquinante in assoluto si trova in Polonia e produce quasi 40 mega tonnellate di CO2 all’anno, quattro volte quanto Ryanair, che però smentisce dicendo di essere una delle compagnie aeree più virtuose, grazie a una flotta nuova con tassi di consumo energetico efficiente, e di produrre il livello di CO2 più basso in Europa (per numero di passeggeri). Lo studio condotto sui dati europei da parte dell’istituto di ricerca di Bruxelles Transport and Environment non si basa su tutte le compagnie attive in Europa, ma su circa 11 mila centrali energetiche, impianti manifatturieri e compagnie aeree nei 28 Stati membri europei oltre all’Islanda, il Liechtenstein e la Norvegia, selezionate in base alle possibilità di raccogliere i dati sulle emissioni con accuratezza.
Nell’ultimo anno il tasso di emissioni di CO2 prodotte da Ryanair sarebbero aumentate del 6,9% rispetto a quello precedente, nonostante il tentativo di ridurre l’impatto ambientale della compagnia, permettendo ai clienti di compiere una donazione, su base volontaria, alla fine di ogni prenotazione. Non è soltanto Ryanair ma l’intera industria dei trasporti aerei a essere in difetto: l’inquinamento atmosferico prodotto dalle compagnie aeree è aumentato di due terzi dal 2005 ed è destinato a triplicarsi entro il 2050.
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