Viene scambiato per l’assassino di Stefano Leo, ma è un omonimo. E denuncia gli hater
Said Machaouat è il ragazzo di 27 anni, italiano di origini marocchine, che si è costituito alle forze dell’ordine in quanto colpevole dell’assassino di Stefano Leo. Online era partita la ricerca ai suoi account social, alla ricerca del suo passato, del suo presente e soprattutto per sfogarsi contro di lui. Gli utenti individiano un account Facebook e iniziano a scrivere «Complimenti assassino», «è solo un figlio di satana con le sue sembianze sei la merda dei musulmani», ma mentre l’assassino si trova in carcere qualcuno risponde dall’account «Non sono io ragazzi, basta per favore». Si, lui si chiama Said Machouat e non Said Machaouat, un caso di quasi omonimia dovuto a una leggera variazione nel cognome. Anche la sua foto è iniziata a circolare. Dopo oltre 24 ore di notifiche insensate, Said Machouat si presenta il 2 aprile 2019 presso il Commissario di Polizia di Stato San Donato, in via Pinelli a Torino, per denunciare coloro che lo hanno insultato e minacciato. Nella denuncia spiega l’errore commesso dagli utenti: «Il nome dell’autore dell’omicidio è MACHAOUAT Said, e a differenzia dal mio solo per una vocale “A”». «Ho provato a chiarire che sbagliano persona», racconta Said nella denuncia, ma i messaggi continuavano ad arrivare provocandogli un grande turbamento: «mi sento molto in ansia e ho paura che qualcuno preso dall’odio mi possa far del male, tanto che ho anche tolto il nome dall’etichetta del portone di casa». Said cita gli utenti più insistenti, come Alessandro, Giuseppe e Mattia, quest’ultimo si sarebbe rivolto a lui con un «BRUCIA MERDA».