Torre Maura, saluti romani e sputi verso i pulmini che trasferivano i rom
A seguito della decisione del comune di Roma di suddividere i 77 nomadi in diversi centri sparsi sul territorio, durante i primi trasferimenti, i piccoli pullman su cui viaggiavano sono stati presi a calci, a sputi, e speronati dalle persone davanti alla struttura in via dei Codirossoni.
Le urla dei residenti
«Dobbiamo bruciarli vivi!», «Uscite fuori che vi ammazziamo!», queste le urla dei residenti, ancora presenti davanti alla struttura dove, il giorno prima, avevano calpestato i viveri per gli ospiti. «Da qui noi non ce ne andiamo fino a quando non li hanno mandati tutti via», mentre altri urlavano: «Dovevamo farlo saltare in aria questo centro».
Il trasferimento deciso dalla giunta Raggi
Il trasferimento è stato deciso dalla giunta Raggi dopo i disordini. «Sono intervenuta per tutelare le persone oneste di Torre Maura, oltre che i 33 bambini che rischiano la vita in quel contesto», ha dichiarato la sindaca di Roma Virginia Raggi.
La risposta di Salvini alla Raggi
Salvini, in tutta risposta, ha ribattuto alla sindaca pentastellata: «Certe scelte vanno calcolate: non si possono usare le periferie di Roma, così come di altre città italiane, per nascondere i problemi. I campi rom – ha aggiunto il vicepremier – non esistono da nessun’altra parte d’Europa, non vedo perché debbano esistere in Italia».
La procura di Roma ha aperto un’inchiesta
La procura di Roma, nel frattempo, ha aperto un fascicolo per verificare se dietro la rivolta del 2 aprile dei residenti del quartiere fossero presenti dei gruppi xenofobi o se ci fosse una matrice razzista. Tra le ipotesi danneggiamento e minacce con aggravante dell’odio razziale.