La protesta di Torre Maura, Simone e suo padre: tutto quello che la politica non sa
Perché un ragazzo quindicenne al primo anno del liceo linguistico può diventare una figura che ci sorprende? Perché politica, amministrazioni e giornali ignorano del tutto le periferie e magari le scoprono solo quando sta succedendo qualcosa di pericoloso? Le verità di Torre Maura sono anche queste: certo, è facile raccontare che zone come quella sono dimenticate, sono terreno di lotta tra i meno favoriti, gli esclusi, gli ultimi arrivati, e ovvietà sociologiche varie.
Ma questo si è fatto più insondabile per la politica tradizionale e per gli osservatori in un momento storico ben preciso e recente, alla fine del lungo tunnel della crisi. Chi lo ha vissuto da posizioni sicure non si rende conto di cosa è successo nel nostro Paese lungo quegli anni, con i garantiti ancora più garantiti e chi stava indietro sempre più in difficoltà, sempre meno tutelato, sempre più ignorato.
C'è stata una silenziosa macelleria civile, una selezione ad alone, che si espandeva verso i margini territoriali e sociali e risparmiava i quartieri alti della piramide sociale e delle città, quelle barriere Ztl che hanno allargato il divario e quindi la rabbia e il rancore. E non è un caso che il problema del lavoro riguardi sia coloro che protestavano con più durezza davanti al pulmino che trasportava i rom, sia chi ha cresciuto il ragazzino che li contrastava con quella sua semplice efficacia.
Perché il papà di Simone con grande dignità sta cercando di gestire la situazione che improvvisamente ha reso il figlio un'icona, ma anche il possibile bersaglio delle ire di chi si è sentito messo ai margini dello stesso palcoscenico che aveva costruito. E però quel padre ancora giovane ha troppo orgoglio per rivelare che da poche settimane è del tutto disoccupato, dopo la conclusione della Naspi, all'epilogo della brutta vicenda dei lavoratori di Almaviva, messi fuori tre anni fa da un'azienda per la quale avevano lavorato tanti anni.
Ecco, la sinistra, la destra, il centro, i vecchi e i nuovi della scena pubblica ricordino che la protesta delle periferie è fatta da tanti fattori. Ma la politica non potrà mai capirla se non si rende conto del fatto che alle nostre spalle c'è l'uscita di quel tunnel che ha reso le diseguaglianze ancora più forti e drammatiche. E del tutto illeggibili, se il principale sentimento di fronte agli argomenti così forti di Simone, è: «Ma guarda come è bravo, nonostante cresca lì», come pensavano gli esploratori scoprendo l'intelligenza tra gli indigeni di una terra remota.