Torre Maura, manifestazioni contrapposte. L’Anpi sfila e cita Simone – Il video
Doppia manifestazione questa mattina a Torre Maura. Da un lato, ancora una volta,CasaPound e dall'altra l'Anpi, l'associazionismo, ma anche una fitta rappresentanza politica.
La seconda manifestazione è anche quella che parte per prima. L'obiettivo del drappello che si raduna alle 10 di mattina – almeno nelle premesse -è allontanare l’assalto delle formazioni a vario titolo neofasciste di Forza Nuova e CasaPound che in questi giorni si sono rese protagoniste delle proteste che hanno impedito l'arrivo di una sessantina di rom in un centro di accoglienza della zona. Il simbolo della manifestazione, scritto sugli striscioni e persino urlato, diventa la risposta data da Simone, il 15enne che ha provato a contestare le iniziative di CasaPound contro i rom:«Non me sta bene che no».
«Non siamo i radical chic che dicono», urla al megafono Giuseppe De Marzo di Libera. «Hanno buttato a terra il pane. Mentre noi ci impegniamo a costruire alla Romanina, a Tor Bella Monaca, in tutte le periferie».
A cinquecento metri di distanza, nel frattempo, inizia il presidio di CasaPound. «La situazione qui è colpa di tante scelte sbagliate. Non solo di questa disastrosa amministrazione Raggi, ma anche di quelle precedenti. Alemanno ma anche Marino e Veltroni», dice Matteo Orfini del Pd. «Siamo qui perché il fascismo è illegale in questo paese».
Tra i presenti anche altri rappresentanti del Pd da Emanuele Fiano a Roberto Morassut, ma anche del Movimento 5 Stelle capitolino. Sono molte le bandiere rosse dello Cgil che sventolano. «A Torre Maura la Costituzione deve essere attuata pienamente: il diritto al lavoro, alla sanità e all'istruzione. È inammissibile che vengano autorizzate manifestazioni fasciste, non permetteremo questo disprezzo per la dignità umana», ha detto il presidente dell'Anpi di Roma Fabrizio De Santis.
Il video delle due manifestazioni dell'Anpi e di CasaPound
«Il popolo italiano è democratico e antifascista. Simone (il quindicenne che durante le proteste anti-nomadi ha sfidato Casapound) è la punta dell'iceberg, il testimone del sentimento che c'è tra noi e bisogna ringraziarlo», ha aggiunto.
La manifestazione di CasaPound
La risposta di CasaPound alla manifestazione antifascista organizzata dall’Anpi a poca distanza e con un'oretta di scarto -è un presidio di un centinaio di persone sventolanti la tartaruga frecciata simbolo dell’organizzazione. Si riuniscono a due passi dal centro di accoglienza della discordia, un ex Sprar dove dovevano essere ospitati i rom e che ora è quasi disabitato. «I cittadini di Torre Maura non sono razzisti. Sono incazzati», grida al megafono il consigliere di Ostia Luca Marsella.
La sindaca Virginia Raggi «ha partecipato o no all’altra manifestazione? Ecco, dovrebbe venire qui. Qui a parlare con questi cittadini».
I rom italiani? «Toglierei loro la cittadinanza e farei leggi più severe come nel resto d'Europa. In tutta Europa i rom stanno alle regole. Qui in Itaia vengono parecchi e ci sono i peggiori di questa etnia,perché tutto a loro è concesso», dice il responsabile del Lazio di Cpi, Mauro Antonini. «Se li portassero in Campidoglio o nei loro quartieri bene come la Camilluccia», è il mantra dei manifestanti. Respingono le accuse di strumentalizzazione della popolazione del quartiere, «che semplicemente non può sopportare che diano soldi ai rom e non agli italiani», accusa una signora sventolando una bandiera di Cpi.
Il fronteggiamentoa distanza va avanti per tutta la mattinata ma senza incidenti. Il sit in di CasaPound, non molto affollato si scioglie dopo un paio d'ore.
La manifestazione dell'Anpisi chiude con un breve corteo dell’Anpi e delle altre organizzazioni fino alla fermata della metro C di Torre Maura. Non si canta solo Bella Ciao, ma anche Nun me sta bene che no. «Noi lo sappiamo di chi è la colpa: è degli amministratori. Prendercela con gente più sfigata di noi non ci farà stare meglio». «Gli slogan fascisti, l’ostentazione, la propaganda: succede perché glielo stiamo permettendo. Ma noi continueremo a resistere», ripete Fabrizio De Sanctis di Anpi Roma.