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80 anni di Francis Ford Coppola, fino a dove è arrivato il suo «Charlie don’t surf»

07 Aprile 2019 - 12:24 Valerio Berra
«Apocalypse Now» è una delle pellicole più note di questo regista: due premi Oscar e una citazione che ha attraversato la storia. Nel 2008 è stata ripresa anche dai Baustelle nel loro album «Amen»

«Charlie don't surf!». 1979, Apocalipse Now di Francis Ford Coppola. Oggi, 7 aprile, il regista di origini lucane compie 80 anni, la sua pellicola sulla guerra del Vietnam quest'anno arriva a 40. Le scene cult donate da questo film alla storia del cinema sono tante, da: «I love the smell of Napalm in the morning» agli elicotteri che combattono con sotto la Cavalcata delle Valchirie di Richard Wagner.

Quel «Charlie don't surf!» però è tra le citazioni che hanno lasciato di più il segno. Charlie è il nome in codice che identifica i Viet Cong, il surf la passione del tenente colonnello William “Bill” Kilgore, comandante del I squadrone elicotteri del IX reggimento della Cavalleria aerea. Questa frase segna tutta la distanza fra Kilgore e le truppe vietnamite. Loro non sono americani, loro non surfano come noi. La loro cultura non è la nostra, la loro storia nemmeno.

Le citazioni di Charlie, dai The Clash a i Baustelle

La frase è finita tra le note delle canzoni, sulle stampe delle magliette e nelle scene di altri film. Sempre con quel Charlie usato come nome per indicare un intero popolo. Ed è diventata uno degli slogan delle contestazioni agli Stati Uniti e alla loro politica estera, tanto da trasformarsi anche nel titolo di una canzone dei The Clash. La traccia compare nell'album Sandinista! (1980), disco 3 lato A, ed è un inno contro l'imperialismo americano:

Everybody wants to rule the world
Must be something we get from birth
One truth is we never learn
Satellites will make space burn

Tutti vogliono dominare il mondo
Deve essere qualcosa che vogliamo dalla nascita
Una verità che non impariamo mai
I satelliti bruceranno lo spazio

La frase arriva nelle mani dello sculture Maurizio Cattelan che la trasforma nel titolo di una sua opera dove un bambino è rappresentato seduto dietro un banco di scuola, con le mani inchiodate da due matite. Un'interpretazione diversa, dove quel «Don't» diventa il simbolo di un'imposizione, netta e senza repliche. È da qui che hanno tratto ispirazione anche i Baustelle con la loro Charlie fa surf, primo singolo estratto dall'album Amen del 2008. Qui Charlie si ribella al «Don't», cercando una chiave di rinascita in forme di contestazione che lo rendano ancora più conformista.

Mi piace il metal r'n'b
ho scaricato tonnellate di
filmati prono
e vado in chiesa e faccio sport
prendo pastiglie che contengono
paroxetina
Io non voglio crescere
andate a farvi fottere

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