La dissidente M5S Fattori: «Noi sospesi per il caso Diciotti. E chi inneggiava al mito nazista dei savi di Sion?»
Preoccupato dalla «deriva di ultradestra a livello europeo» della Lega, il partito guidato da Matteo Salvini? Sono queste, si sa, le parole che il vice presidente del Consiglio Luigi Di Maio, leader del Movimento 5 Stelle, ha indirizzato all’alleato di governo.
Ci sono delle forze che andranno a formare l’alleanza europea della Lega e che negano l’Olocausto, ha ricordato il capo politico dei 5 Stelle. Specificando che il Movimento ne resterà fuori. Parole coerenti con i fatti? È quello che si chiede la senatrice grillina “dissidente” Elena Fattori su Facebook.
«Epperó nella vibrante indignazione contro l’estrema destra negazionista dell’Olocausto c’è una minuscola contraddizione: chi inneggiava al mito nazista dei savi di Sion che ha giustificato l’Olocausto rimane intonso. Chi non ha partecipato al voto sul provvedimento più nazi fascista della storia recente d’Italia è sospeso», scrive la senatrice.
Il riferimento di Fattori è al senatore del Movimento 5 Stelle Elio Lannutti, che qualche tempo fa aveva scatenato grandi polemiche ed era anche stato indagato.
Elio Lannutti e il M5S
Il 20 gennaio scorso Lannutti, oggi senatore grillino e in passato parlamentare dell’Italia dei Valori, ha condiviso via Twitter un articolo dal titolo Le 13 famiglie che comandano il mondo.
L’articolo era stato pubblicato il 22 novembre 2018 da un sito amatoriale chiamato Saper-link-news.com, dove viene riportata una delle più grandi bufale della storia nota come «Protocolli dei Savi di Sion».
Su quel tweet si è scatenata una bufera di critiche – anche il nostro editore Enrico Mentana ha inviato una lettera aperta a Luigi Di Maio.
Oggi Lannutti, è il ragionamento della senatrice Fattori, è ancora al suo posto all’interno del Movimento. Mentre, prosegue su Facebook, «chi non ha partecipato al voto sul provvedimento più nazi-fascista della storia recente d’Italia è sospeso».
Elena Fattori è attualmente sospesa dal Movimento 5 Stelle per non aver preso parte alla votazione in Parlamento sul caso Diciotti.