Auguri Alberto Angela, l’uomo delle “meraviglie”, compie 57 anni
L’8 aprile del 1962 nasceva a Parigi Alberto Angela, figlio del famoso divulgatore scientifico Piero Angela. Fin da piccolo, Alberto ha accompagnato il padre in giro per il mondo per la preparazione dei programmi televisivi: Destinazione uomo, Quark e Superquark sono state delle novità assolute per i palinsesti italiani. Piero Angela fu abilissimo a importare questi format dalla tv anglosassone. Alberto Angela si è sempre dovuto muovere all’ombra di suo padre, trascinandosi dietro le critiche di chi lo considerava il solito “figlio di”. Ma col tempo e con l’avvento dei social network, le sue abilità di comunicatore, il suo charme e la sua preparazione l’hanno reso popolarissimo in rete dove i suoi fan lo hanno ribattezzato come «sex symbol della tv italiana».
Gioventù, famiglia e tiramisù
Non te lo aspetteresti mai da una persona che parla correntemente italiano, inglese, francese e swahili, eppure Alberto Angela una macchia sul curriculum ce l’ha: è stato bocciato in quinta elementare. Frequenta le scuole in Francia, dove è nato, e torna in Italia dopo il liceo. All’Università Sapienza di Roma si laurea in Scienze Naturali con 110 e lode. Poi vola negli Stati Uniti dove si specializza in paleontologia negli atenei più prestigiosi al mondo, tra cui Harvard, Columbia e Ucla. Non ama parlare della sua vita privata. Nel 1993 si è sposato e ha avuto tre figli maschi: Riccardo, Edoardo e Alessandro. Più di questo non si sa, se non che ha tre abitudini particolari: va matto per il tiramisù, la mattina ha bisogno di due tazzine di espresso per svegliarsi e, ogni giorno, fa almeno 60 vasche in piscina. Ah, ed è un avido collezionista di sabbia: riesce a identificare il deserto di provenienza soltanto osservando la provetta.
Sulle tracce dei dinosauri
Prima di diventare un volto noto della tv, benché trainato dalla fama del padre, Alberto Angela ha partecipato a numerose spedizioni internazionali che ne hanno legittimato il successo come divulgatore televisivo. Negli anni ’80 ha girato il mondo dando sfogo alle sue due grandi passioni: la paleontologia e la paleoantropologia. I primi lunghi viaggi di ricerca l’hanno portato a Ishango, Repubblica Democratica del Congo, nel 1983 e nel 1984. In Tanzania per tre anni, dal 1986 al 1988, in Oman nel 1989. Nel 1991 ha fatto scavi nel deserto del Gobi, Mongolia, e in Etiopia, alla ricerca di fossili di dinosauri e mammiferi primitivi. Tra le sue scoperte più importanti c’è sicuramente il ritrovamento di resti fossili di un ominide vissuto 1,8 milioni di anni fa nella Gola di Olduvai.
Le sue meraviglie
Alberto Angela ha rischiato due volte la vita per il suo lavoro: nel 1991, mentre cercava i resti di uomini preistorici in Etiopia, la sua troupe è stata attaccata dalle tribù guerrigliere Issa. Nonostante la sparatoria, Angela non riportò ferite. Undici anni dopo, in Niger, ha rischiato di morire in seguito a un rapimento. Ha avuto per qualche minuto un mitra puntato in fronte. Ma a parte le dissaventure in giro per il mondo, è in Italia che raggiunge il successo grazie alla televisione. Dopo gli esordi sulle reti dell’emittente della Svizzera italiana, approda in Rai negli anni ’90. Prima come autore di documentari, in solitaria e con suo padre, poi viene scritturato anche come conduttore. Ma la sua vera consacrazione avviene con Ulisse, programma di divulgazione scientifica che ha vinto il Premio Flaiano, il Guidarello d’oro e il Premio Fregene. Nel 2019 è tornato a far parlare di sé con le quattro puntate di Meraviglie, la penisola dei tesori, andate in onda su Rai 1.
Un mollusco in suo onore
Per la sua attività di divulgazione storica ha ricevuto il prestigioso premio internazionale Portico d’oro-Jacques Le Goff. Anche l’Unicef ha riconosciuto la sua influenza positiva nella cultura dell’Italia è l’ha nominato Goodwill Ambassador. Ma sono tanti i premi e le gratificazioni che testimoniano l’importanza del divulgatore scientifico e attestano definitivamente l’emancipazione da suo padre. Il museo di Storia Naturale di New York gli ha chiesto di prestare la voce per la versione italiana di un’installazione sull’universo (i suoi omologhi inglesi sono star del calibro di Tom Hanks e Harrison Ford). In suo onore, l’Unione astronomica internazionale ha dato il suo nome a un asteroide, l’80652 Albertoangela. Ma non è il solo omaggio alla sua carriera: gli è stata dedicata anche una rarissima specie marina, un mollusco che vive nei mari colombiani e che adesso si chiama Prunum albertoangelai. Oggi, a 57 anni, si può ribadire che Alberto Angela non è più “il figlio di Piero Angela”. Alberto Angela è figlio del suo merito.