Casal Bruciato: Antonietta, 85 anni, imita Simone e affronta CasaPound: «Fascistoni» – Video
Ottantacinque anni lei, quindicilui. La "Simone" di Casal Bruciato si chiama Antonietta. E anche a lei "nun je sta bene che no". Non le sta bene che a una famiglia rom di 5 famiglie, a cui il Comune aveva assegnato un alloggio popolare, sia stata costretta ad andarsene, cacciata dalle barricate e dalle proteste di piazza, alimentate – come è accaduto anche a Torre Maura – dal partito di estrema destraCasaPound.
«Io ce l'ho con Casapound. Io ho passato il fascismo eh? L'olio di ricino, menavano a mio padre. Ma come fate a chiamarvi fascisti se non lo avete mai vissuto quel periodo», dice Antonietta aggirandosi tra i manifestanti che la attaccano:«Ma se li prenda a casa sua se li vòle, no?», le urla una donna.«A casa mia io non c'ho mica posto per tutti quanti».
A Casal Bruciato, periferia romana, si sono viste le stesse scene di qualche giorno fa, a Torre Maura. Quando si è saputo che una casa popolare era stata assegnata a una famiglia rom, i residenti sono scesi in strada e hanno spostato i bidoni dell'immondizia per sbarrare l'ingresso:«Noi qua gli zingari nun li volemo».
L'appartamento, rimasto vuoto, è stato occupatoda una ragazza di 20 anni, madre di un bimbo di 6 mesi, che dorme da mesi in macchina. «Meglio un'italiana che i rom»,dicono gli abitanti del quartiere. È lei, col suo viso spaventato, l'altro volto di questa guerra fra poveri, che in poco meno di 10 giorni ha attraversato due quartieri di periferia. In entrambi i casi lo Stato si è arreso alla rabbia, spostando prima i 70 rom dal centro di accoglienza a cui erano stati destinati e poi una famiglia di 5 persone.