Il governo approva il Def ma trema. Nessuno dei ministri arriva in conferenza stampa
È solo l'antipasto della manovra, il provvedimento economico più importante di ogni governo. Eppure a illustrare i contenuti del Documento di Economia e Finanza dopo il consiglio dei Ministri lampo a Palazzo Chigi non è arrivano nessuno.
Neanche uno dei ministri ha partecipato alla conferenza stampa per spiegare i contenuti del Def e rispondere alle domande dei giornalisti. Ed è piuttosto inusuale. Il primo a lasciare palazzo Chigi è stato proprio il ministro dell'Economia Giovanni Tria e alle 20.30 il palazzo si era già svuotato completamente.
Quello che si sa dei contenuti del Def deriva dai comunicati ufficiali (ma anche quelli ufficiosi) al termine della riunione durata meno di mezz'ora. Due sembrano essere i punti fermi: «Nessuna nuova tassa e nessuna manovra correttiva» si legge in una nota di Palazzo Chigi.
Il consiglio dei Ministri ha fissato le previsioni di crescita per il 2019 allo 0,2%, rispettando gli obiettivi fissati dalla Commissione europea, ma nessuno ha voluto esporsi su dati così negativi. A dicembre 2018 la previsione di crescita del prodotto interno lordo era già stata abbassata rispetto all'1,5% iniziale, e ora viene fissata a un livello ancora più basso.
MEF|Quadro macroeconomico programmatico sintentico
Il ministero dell'Economia, in una nota, ha sottolineato «il contesto di debolezza economica internazionale che il governo ha fronteggiato mettendo in campo due pacchetti di misure di sostegno agli investimenti: il dl crescita e il dl sblocca cantieri».
Entrambi i decreti sono stati approvati nelle ultime settimane con la formula 'salvo intese', a indicare che il testo definitivo dei provvedimenti sarà reso pubblico solo dopo avere trovato un accordo interno al governo su tutti i punti.
«Risorse significative saranno investite nella diffusione della banda larga e si promuoverà lo sviluppo della rete 5G», si legge nel comunicato stampa del ministero guidato da Giovanni Tria, Ma è nella penultima riga della nota che spunta la parola Flat tax, che nelle ultime settimane aveva animato il dibattito tra Lega e 5 Stelle. Mancano però i dettagli.
Matteo Salvini ha poi dichiarato: «Il giudizio sul Def è positivo. La Flat tax si farà». Il commento di Luigi Di Maio fa percepire però un passaggio non trascurabile sulla platea di beneficiari: «Con l'inserimento della Flat tax nel Def indirizzata al ceto medio come avevamo chiesto, e non solo ai ricchi, vince il buonsenso. Sono molto soddisfatto».
L'alta tensione che aveva accompagnato l'approvazione della manovra economica negli ultimi giorni dell'anno si è riproposta prepotentemente anche questa volta. Prima del consiglio dei Ministri del 9 aprile c'è stato un pre-vertice tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il ministro dell'Economia Tria e i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini.
Alla riunione hanno partecipato anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro e i due viceministri al Mef Laura Castelli e Massimo Garavaglia.
Nel Def non c'è invece traccia dei decreti attuativi per i risparmiatori truffati, dopo che l'8 aprile due delle associazioni invitate a palazzo Chigi avevano espresso contrarietà alla proposta illustrata dal premier Conte (ristori diretti ai risparmiatori con un reddito imponibile entro i 35mila euro e per gli altri il passaggio da un arbitrato).
«Non si procede senza l'accordo di tutte le associazioni dei risparmiatori», ha detto il premier Conte. E dunque la soluzione è ancora rinviata.