Nancy Pelosi contro Ocasio-Cortez: «I milioni di follower su Twitter? Ciò che conta sono i voti alla Camera»
Crescono le tensioni all’interno del partito democratico americano. Con l’arrivo di Alexandria Ocazio-Cortez e deputate come Ilhan Omar, il partito democratico ha preso una svolta più progressista. Ad aver agitato le acque nel gruppo di maggioranza alla Camera è stato l’ultimo scontro, in ordine di tempo, tra la veterana del Congresso Nancy Pelosi e la neofita della politica americana Alexandria Ocasio-Cortez.
La speaker della camera dei Rappresentanti, in un’intervista rilasciata a Usa Today, a una domanda sulle difficoltà di governare un gruppo alla Camera le cui decisioni vengono continuamente messe in discussione da AOC e altri come lei, Pelosi ha risposto: «Mentre ci sono persone che hanno un gran numero di follower su Twitter, quello che conta è che abbiamo un gran numero di voti alla Camera».
Il riferimento, non troppo velato, di Pelosi è stato alla star nascente dei democratici Alexandria Ocazio-Cortez che su Twitter conta 3.9 milioni di followers, più di qualsiasi altro rappresentante della Camera e alla pari di un’influencer affermata.
Il commento della portavoce della Camera non è certo isolato. Anche a febbraio Pelosi si era lasciata andare a una dichiarazione ironica sul «Green New Deal», il piano di Cortez per salvare l’ambiente: «È una delle tante proposte e suggerimenti che riceviamo. Il sogno verde, o in qualunque modo lo chiamino, nessuno sa cosa sia, ma sono favorevoli. Non è così?»
Le dichiarazioni di Pelosi arrivano dopo l’ultima frecciatina lanciata da Cortez che proprio su Twitter aveva criticato la decisione del Comitato democratico per le campagne al Congresso (DCCC) – il braccio politico per le campagne del partito – di vietare qualsiasi attività e remunerazione ai consulenti che lavorano per gli sfidanti primari.
Cortez ha definito la decisione «estremamente divisiva e dannosa per il partito» e ha raccomandato che i piccoli donatori di fermare i loro contributi al DCCC. I democratici hanno conquistato la maggioranza della Camera nel novembre del 2018 vincendo seggi in distretti storicamente repubblicani, come il Minnesota, che nel 2016 aveva appoggiato la elezione di Donald Trump.