Frontex smentisce Zuccaro: «Mai documentato nessun rapporto tra Ong e trafficanti»
Il 5 aprile scorso, durante il G7, il ministro dell’Interno francese Christophe Castaner ha parlato di presunti legami tra le ong che salvano migranti in mare di avere rapporti con i passeurs (termine francese per trafficanti). La fonte del ministro francese è la stessa alla quale aveva fatto riferimento il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, nel maggio 2017, durante un’audizione in commissione difesa del Senato: Frontex. «Per quanto riguarda i contatti tra ong e trafficanti – aveva detto Zuccaro – dispongo di dati che vengono da Frontex e dalla nostra Marina militare». Il ministro francese aveva detto di aver fatto riferimento a due rapporti dell’agenzia che risalgono al 2016. Frontex li smentisce entrambi.
La risposta di Frontex
Interpellata da France Info dopo il clamore suscitato in Francia dalle dichiarazioni del ministro, Frontex ha affermato di non aver mai documentato il minimo rapporto tra trafficanti e Ong. In quel periodo – ha specificato – erano state registrate alcune chiamate, partite da telefoni satellitari provenienti dagli stessi migranti in pericolo, su ordine dei trafficanti. Anche in quel caso, però, le telefonate erano state indirizzate direttamente alla guardia costiera, e non alle ong.«Nessuna tra queste accuse è mai stata dimostrata – continua la lettera di Frontex – e nessun procedimento giudiziario avviato ha mai avuto successo»
La lettera aperta di SoS Méditerranéee il video di Castaner
In risposta alle dichiarazioni del ministro, l’Ong francese SoS Méditerranée ha scritto una lettera aperta indirizzata allo stesso Castaner, nel quale viene sollecitato a «rettificare quanto detto sulle Ong di salvataggio come SOS Mediterranée», perché«lavorano nel rispetto assoluto del diritto del mare internazionale». Il ministro è intervenuto con un video postato su Twitter il 9 aprile, lo stesso giorno della pubblicazione della lettera, in cui afferma che le «Ong svolgono un ruolo essenziale per fornire un aiuto ai migranti», ma che tuttavia «ci sono state, in alcuni casi, delle interazioni di fatto tra i passeurs ed alcune Ong». «Fatti che non invento – aveva detto-ma che sono a disposizione dei 28 Stati membri e provengono, in particolare, da due rapporti di Frontex di novembre e dicembre 2016». Frontex ha spiegato che il ministro, probabilmente, ha fatto riferimento non tanto ai due rapporti citati durante il G7, ma a un solo episodio di natura «confidenziale», svelato nel 2016 dal Financial Times. Nell’articolo veniva evocata una presunta «collusione» tra Ong e trafficanti, smentita immediatamente dalla stessa Frontex e rettificata subito dopo dalla testata. L’articolo faceva riferimento a un“trasbordo di migranti” da un’imbarcazione ong e quella degli “scafisti”, ma i due migranti in questione erano rimasti coinvolti in un naufragio e poi salvati dai libici e caricati per sicurezza sul gommone di una ong.
La Libia? Porto sicuro. Ma non è vero
Non è la prima volta che un’organizzazione europea viene chiamata in causa erroneamente. L’ultimo episodio si era verificato lo scorso 29 marzo, quando il ministro dell’Interno italiano Matteo Salvini aveva definito la Libia un porto sicuro, facendo appello a delle presunte dichiarazioni della Commissione europea.Anche in quel caso la smentita non aveva tardato ad arrivare. «Abbiamo sempre detto che in Libia non ci sono condizioni di sicurezza», aveva replicato la Commissione.«Tutte le imbarcazioni che battono bandiera Ue non hanno il permesso di sbarcare sulle coste libiche».