La Camera ha approvato la mozione per il riconoscimento del genocidio armeno
Con 382 voti a favore, nessun contrario e 43 astenuti (i deputati di Forza Italia), la Camera dei deputati ha approvato la mozione che prevede il riconoscimento da parte del Governo italiano del genocidio armeno. Il Governo non ha dato un parere specifico sul voto, rimettendosi alla decisione dell’Aula. Per Andrea Delmastro, di Fratelli d’Italia, si tratta di una «vittoria del Parlamento che ha resistito alle pressioni turche che ha inviato l’ambasciatore per condizionare il voto». Enrico Carelli, del Movimento 5 stelle, è stato più conciliante: per il deputato grillino il voto di oggi «non mette in discussione l’amicizia, i buoni rapporti con uno stato amico (la Turchia, ndr), ben diverso dall’Impero Ottomano».
Il genocidio armeno
Ogni anno il 24 aprile l’Armenia commemora il genocidio degli armeni da parte dello stato Ottomano – che verso l’inizio del Novecento comprendeva l’Anatolia e gran parte del Medio Oriente – durante la Prima Guerra Mondiale. Lo stesso giorno nel 1915 diverse centinaia di intellettuali armeni furono arrestati e in seguito uccisi per conto del Governo dei Giovani Turchi che all’epoca governava l’Impero. Fu l’inizio di una strage in cui avrebbero perso la vita circa 1 milione e mezzo di armeni. Alcuni fanno datare il genocidio dal 1915 al 1917, altri invece sostengono che durò fino al 1923. In quegli anni la popolazione armena, sospettata di essere una sorta di «quinta colonna», ovvero di agire contro gli interessi dello Stato ottomano, fu oggetto di esecuzioni di massa. Molti invece morirono mentre marciavano nel deserto della Siria verso i campi di concentramento.
La Turchia
Il Governo turco ha sempre sostenuto che non si è trattato di un vero e proprio genocidio, ovvero di un’operazione di sterminio sistematica e premeditata, quanto di una deriva violenta dovuta principalmente al contesto di Guerra. La parola genocidio non era ancora stata coniata all’epoca, ma il suo ideatore, l’avvocato polacco Raphael Lemkin, aveva ricostruito la storia dello sterminio degli armeni con grande interesse. In passato la Turchia ha usato l’arma della diplomazia per far prevalere questa posizione all’estero. Memorabili per esempio le pressioni fatte sugli Stati Uniti durante l’epoca di George W. Bush affinché il Congresso non passasse una legge simile a quella approvata in giornata dalla Camera italiana. Negli ultimi giorni, in vista della votazione di oggi, l’Ambasciatore italiano era stato convocato dal ministero degli Esteri ad Ankara per esprimere il dispiacere del Governo turco.