Nei Paesi Bassi i giovani firmano una petizione per rendere la prostituzione illegale
I Paesi Bassi hanno le leggi tra le piùpermissive quando si parla di prostituzione. Il quartiere a luci rosse dalla capitale Amsterdam è tra le “attrazioni” più visitate della città e tra i segni più caratteristici del Paese dei tulipani. Ora 42mila giovani hanno firmato una petizione affinché la prostituzionediventi illegale. «Non ho prezzo»è il nome della campagna lanciata dall’organizzazione Exxpose.
Gli ideatori chiedono che i clienti vengano sanzionati. La campagna, lanciata su Instagram, mostra foto di supporters che reggono una lavagna nera con la scritta «Ik ben onbetaalbaar», non ho prezzo, assieme a frasi come «e se fosse tua sorella?»e «la prostituzione è sia la causa che la conseguenza dell’ineguaglianza».
C’è anche chi ha criticato la campagna, come alcune prostitute che sotto le foto hanno commentato: «Sono una volontaria, e ci sono molte persone come me. Questa campagna renderà il mio lavoro molto, molto, molto più pericoloso». Secondo gli attivisti, le leggi sono troppo permissive nei confronti dell’industria del sesso esono anacronistiche: hanno trasformato Amsterdam in una città fiorente per il traffico di essere umani.
Tra i fondatori diExxposec’è l’assistente sociale Sara Lous, che lavorava in uncentro di riabilitazione con ex prostitute.«Alcune di noi sonofemministe e cristiane, altre no», dice. «C’è questa idea che i Paesi Bassi abbiano una una politica più sicura, che la depenalizzazione è più sicura ed è una liberadecisione quella di vendere il proprio corpo, ma non così tanto, stiamo andando nella direzione sbagliata. Abbiamo una forte tratta di esseri umani e Amsterdam è più vulnerabile a causa della forte domanda di sesso a buon mercato».
Per i giovani di Exxpose, dietro alla campagna ci sarebbero le donne più in difficoltà ad affidarsi ai quartieri a luci rosse per trovare un lavoro remunerativo. Tante le madri single provenienti dall’est europa che si prostituiscono per garantire un futuro ai figli.
Ma per Foxxy – un membro del consiglio di amministrazione del sindacato dei lavoratori del sesso – qualsiasi tentativo di criminalizzare i clienti danneggerebbe le stesse prostitute: «Questa petizione non è nell’interesse delle lavoratrici, è la gente che legge la Bibbia che sta cercando di fermarci», sostiene.
«Se questo accadrà, le lavoratrici del sesso lavoreranno illegalmente, quindi ci saranno maggiori probabilità di essere vittime di violenze, i clienti sapranno che non possiamo andare alla polizia, saremo molto più a rischio, i clienti proveranno a togliere i preservativi, siamo più a rischio di essere esposti all’Hiv», continuaFoxxy.
La campagna ha già visto l’opposizione di esponenti del mondo politico che vedono le leggi sulla prostituzione come un simbolo della libertà di espressione, piuttosto che come una costrizione o un rischio.