Calolziocorte, “no” ai migranti vicino alle scuole: «È prevenzione, qui non c’è razzismo» – Il video
Bastano 150 metri per garantire la sicurezza dei cittadini? Secondo Marco Ghezzi, sindaco di Calolziocorte, comune di 14 mila abitanti in provincia di Lecco, la risposta è sì. Ed è per questo che ha fatto approvare un provvedimento che obbliga le associazioni che si occupano dei richiedenti asilo a tenersi a una distanza di almeno 150 metri da scuole e stazioni.
L’ordinanza istituisce due zone: la rossa e la blu. Le associazioni sono bandite dalla zona rossa, che coincide – appunto – con le aree circostanti la stazione e le scuole, mentre possono richiedere un nulla osta per insediarsi nella zona blu. A proporre e far votare l’ordinanza è stato il sindaco Marco Ghezzi, leghista, in giunta con la coalizione di destra, che a Open spiega: «Vogliamo favorire i processi di integrazione. Viste le molteplici problematiche di sicurezza che questo tipo di strutture possono generare tra i residenti italiani e i migranti».
Le proteste delle associazioni
Emanuele Manzoni è un educatore dell’associazione Il Gabbiano, che a Calolziocorte si occupa, tra le altre cose, dell’assistenza dei migranti. A Open ha detto che il provvedimento è controproducente e tradisce gli obbiettivi dichiarati dalla stessa giunta. «Dietro l’ordiananza del sindaco», dice, «c’è un concetto sbagliato di prevenzione». «Non bisogna lasciarli ai margini, ma aiutarli a integrarsi prima che si ghettizzino».
Il provvedimento, dicono i detrattori, è sproporzionato rispetto al numero di migranti presenti a Calolziocorte: «Al momento noi ne abbiamo in gestione 18», dice Emanuele, a fronte di una popolazione di 14 mila abitanti. Pochi, anche secondo il sindaco Ghezzi che dice di aver voluto giocare di anticipo: «L’iniziativa non è inutile, ma preventiva. Abbiamo 14mila abitanti e 20-30 migranti. Su tutto il territorio nel corso degli anni abbiamo avuto convivenze di 25 o 27 etnie diverse. Il 9% della popolazione di Calolziocorte è di origine straniera, vogliamo favorirne l’integrazione».
Evitare i «punti di contatto»
«Alla stazione assistiamo spesso a episodi di accoltellamento o spaccio nelle aree vicino Lecco», dice il sindaco. «Vorremmo evitare che accada anche vicino alle scuole, eliminando quei punti di contatto che possono generare disagi e situazioni difficili». «Questo tipo di approccio è un modo come un altro per strumentalizzare delle persone per fini politici», dice invece Emanuele de Il Gabbiano. «Questi ragazzi non nascono criminali, ma lo diventano restando ai margini e nei luoghi abbandonati a sé stessi».