Virginia Raggi non ha buttato fuori una famiglia da una casa popolare per darla ai Rom
L’otto aprile 2019 un utente, di chiara connotazione leghista, pubblica un post Facebook in cui sostiene che il sindaco di Roma, Virginia Raggi, abbia «buttato fuori una donna con un bambino piccolo da una casa popolare perché era assegnata a una famiglia rom». Il post si conclude con un «Raggi fai schifo tu e il M5S». L’utente, consapevolmente o meno, non riporta il fatto che a occupare illegalmente l’alloggio era stata la donna.
Venerdì 5 aprile 2019 il Comune di Roma aveva consegnato a una famiglia di etnia Rom un alloggio popolare in via Cipriano Facchinetti, un fatto ritenuto ingiusto da Noemi e il suo compagno che al momento vivono – in sei – nella piccola abitazione della nonna di lei. La giovane ventenne, mamma di un bambino di sei mesi, ha così decido di occupare l’abitazione sostenuta dagli altri residenti e infine da Casapound. La famiglia assegnataria, di fronte a insulti e minacce ricevute durante le proteste, ha richiesto al Comune di venire assegnata ad un altro quartiere per motivi di sicurezza e ha presentato regolare denuncia contro chi si era scagliato contro di loro.
Regolare assegnazione
Al grido «prima gli italiani», ignorando se la famiglia fosse o meno di cittadinanza italiana – circa la metà dei residenti ne sono in possesso – e sostenendo di non avere alcun movente razziale, alla famiglia assegnataria è stato impedito di prendere possesso dell’immobile da parte dei residenti del quartiere in collaborazione con i militanti di Casapound.
Una delle foto scattate durante la protesta dell’otto aprile 2019
Secondo Davide Di Stefano, responsabile romano di Casapound, risulta «inammissibile che famiglie italiane col massimo punteggio in graduatoria ed in attesa da anche dieci anni di una casa popolare, vengano scavalcate da rom e stranieri». In una nota del Campidoglio viene precisato che «le assegnazioni delle case di Edilizia Residenziale Pubblica vengono effettuate esclusivamente e scrupolosamente in base alla disponibilità degli immobili e all’ordine delle graduatorie, escludendo qualsiasi discriminazione, possa essere essa di etnia, credo o religione». In merito alle graduatorie, queste «rispettano i dettami della normativa regionale vigente e sono stilate in base ai criteri stabiliti nel bando comunale, che è stato emanato nel 2012». Per quanto accaduto a Casal Bruciato, gli uffici comunali si sono impegnati a trovare una soluzione al fine di tutelare la famiglia assegnataria che in questo momento rimane priva di alloggio, mentre quello contestato resterà al momento inutilizzato.
Conclusione
Da quanto si apprende, la famiglia di Noemi non è stata «buttata fuori» ne da Virginia Raggi ne dalla sua amministrazione comunale in quanto non risultava come regolare assegnataria dell’immobile, destinato invece a una famiglia che risultava in graduatoria e che porta con se l’unica «colpa» essere di un etnia non gradita ai residenti e agli esponenti politici di Casapound.