La disinformazione di SocialTV e il voto sul Revenge Porn
L’undici aprile 2019 la pagina Facebook di SocialTV – di cui abbiamo ampiamente parlato in un articolo precedente – pubblica un video in cui si sostiene che Laura Boldrini si sia astenuta durante il voto finale per l’introduzione del reato di Revenge porn. L’obiettivo di Bogdan Tibusche è quello di criticare la RAI di Marcello Foa e in particolare la trasmissione Cartabianca sostenendo che la conduttrice, Bianca Berlinguer, sia una «ignorante» avendo lasciato parlare senza contraddittorio Laura Boldrini siccome si «vantava» in maniera «ipocrita» dell’introduzione del reato «senza averlo votato». Descrivendo la situazione, il gestore di SocialTV non spiega bene la differenza tra il voto dell’emendamento sull’introduzione del reato e quello per l’intero DDL «Codice Rosso», come se quest’ultimo trattasse solo ed esclusivamente il tema caro a Laura Boldrini. Il disegno di legge, infatti, comprende altre fattispecie di reato e funzionalità che però sono state criticate e discusse in quanto alcuni parlamentari ritengono non possano essere efficaci quanto dovrebbero.
L’astensione al DDL e perché
Tibusche, a sostegno della sua tesi, mostra agli utenti il voto finale del 3 aprile 2019 sul Ddl «Modifiche al codice di procedura penale: disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere» attraverso il sito OpenParlamento. Laura Boldrini, in effetti, si era astenuta. Ricordando ai lettori che l’astensione non equivale a un voto contrario, in realtà non c’è stata alcuna scoperta sconvolgente. Il gestore di SocialTV sostiene di aver impiegato 3 minuti per fare «giornalismo» rispetto a Bianca Berlinguer o a «Mamma Rai», ma impiegando meglio il tempo avrebbe potuto trovare un’intervista rilasciata il 27 marzo 2019 a Milleunadonna.it dove spiegava – giorni prima del voto finale – i perché della sua decisione di astensione:
L’emendamento sul Revenge Porn
Che Laura Boldrini si sia impegnata per l’introduzione del reato sul Revenge Porn non c’è dubbio. Ricostruendo brevemente il percorso legislativo, durante la discussione in Parlamento erano stati presentati due emendamenti con lo stesso obiettivo: il primo proposto da Forza Italia, Partito Democratico e Liberi e Uguali – bocciato da Lega e Movimento 5 Stelle – mentre il secondo proposto da Stefania Ascari del M5S. Quest’ultimo – il numero 1.500 – è stato approvato all’unanimità con il voto del 2 aprile 2019, dove anche Laura Boldrini aveva votato a favore . Possiamo verificarlo usando lo stesso servizio citato da SocialTV, Openparlamento. Lo stesso 2 aprile 2019, Laura Boldrini festeggiava il risultato raggiunto dal Parlamento in un post Facebook:
Conclusioni
SocialTV, attraverso il video intitolato su Youtube «RaiFogna e l’ipocrisia di Laura Boldrini. E nessuno fiata», non fornisce all’utente una corretta informazione evitando di spiegare in cosa consiste il singolo emendamento rispetto al disegno di legge «Codice Rosso», il quale contiene al suo interno altri interventi legislativi condivisibili o meno da qualunque dei 461 parlamentari che avevano votato a favore dell’introduzione del reato sul Revenge Porn. Quest’ultimo è stato voluto e introdotto anche grazie al voto favorevole di Laura Boldrini, voto che è stato ignorato dal servizio di SocialTV per sostenere il contrario e senza riportare, come si dovrebbe se si vuole fare giornalismo, le motivazioni della sua astensione al voto finale del DDL.
Leggi anche:
- Bella Thorne, un altro caso di foto hot trafugate. Come difendersi senza rinunciare al sexting
- Usa, il video di Tiziana Cantone gira ancora sul web: l’inchiesta americana ha scovato 103 persone coinvolte nella diffusione
- «Doppia morale» e revenge porn: perché le dimissioni di Katie Hill sono un segnale d’allarme