World Press Photo 2019, tra i vincitori Lorenzo Tugnoli. Le foto che raccontano il suo Yemen
Non è facile entrare in Yemen, la guerra ha paralizzato la burocrazia e ci vogliono mesi per ottenere un visto. Non è facile rimanerci a lungo, il Paese è in preda a quella che l’Onu ha definito la peggiore crisi umanitaria mai provocata dall’uomo. Non è facile tornarci: i costi e i rischi del viaggio sono altissimi. Il fotografo romagnolo Lorenzo Tugnoli è riuscito in tutte e tre le missioni, guadagnandosi il riconoscimento del World Press Photo, il più prestigioso premio di fotogiornalismo al mondo, e della giuria del premio Pulitzer.
I suoi scatti della crisi umanitaria in Yemen hanno la discrezione di chi «Non vuole costruire immagini scandalistiche», ma «rispettare i suoi soggetti», come spiega il fotografo a Open mentre si trova ad Amsterdam a ritirare il premio. Le sue immagini della guerra in Yemen e della crisi umanitaria che ha provocato sono state premiate nella categoria Storie, sezione Notizie.
Lorenzo Tugnoli/Contrasto for the WP
L’editing presentato alla fondazione olandese è stato costruito dal fotografo insieme a Giulia Tornari, direttrice dell’agenzia Contrasto, di cui il fotografo fa parte, assortendo frammenti di diversi reportage scattati nel Paese. Con lui è stato premiato anche un altro italiano, Marco Gualazzini, con le sue foto sul Lago Ciad, nella categoria Ambiente.
È durante le manifestazioni contro il G8 di Genova che Lorenzo Tugnoli, allora studente di fisica, ha iniziato a fotografare le attività dei centri sociali bolognesi. Non un professionista, ma un ragazzo con «un’ideologia», e una fotocamera. Il suo primo reportage lontano da casa l’ha fatto in Chiapas, dai ribelli zapatisti legati ai centri sociali che frequentava a Bologna.
Lorenzo Tugnoli/Contrasto for the WP
Poi è stata la volta del Medio Oriente, luogo che Lorenzo, da allora, non ha più lasciato. Spinto dalla voglia di ripercorrere gli scenari dei fotografi che lo ispiravano (Alex Majoli, Paolo Pellegrin e Massimo Sciacca), Lorenzo ha fotografato nel 2005 le elezioni in Palestina. Poi è rimasto in questa regione, «Così simile all’Italia» e così profondamente lacerata. Ora vive a Beirut, dopo aver passato quattro anni a Kabul.
Lorenzo Tugnoli/Contrasto for the WP
Ha lavorato in Iraq, in Siria, in Afghanistan e da dieci anni collabora con il Washington Post. È su commissione del quotidiano americano, sotto la guida del photo editor Olivier Laurent, che Lorenzo è andato in Yemen, per la prima volta, nel 2018. Si è trovato di fronte a un Paese in preda alla carestia, dovuta non tanto all’assenza di cibo quanto alla svalutazione della moneta che ha reso i generi primari inaccessibili alla popolazione locale. È una mendicante quella che Lorenzo ritrae di fronte a un banchetto di frutta, con il niqab mosso dal vento.
Lorenzo Tugnoli/Contrasto for the WP
Lo Yemen è governato al nord dai ribelli Houti e al sud dalla coalizione guidata dall’Arabia Saudita. Nonostante spesso ci si riferisca al conflitto yemenita come a una “guerra civile”, Lorenzo spiega che «Agli yemeniti non importa granché di questa guerra, se gli Stati Uniti smettessero di sovvenzionare l’Arabia Saudita, il conflitto si spegnerebbe domani».