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Incontro con i ragazzi di «Lercio», antidoto satirico alle bufale

13 Aprile 2019 - 09:03 Giulia Marchina
Più di venti autori dietro una delle pagine satiriche più dissacranti del panorama web. Un'avventura iniziata sette anni fa e che continua tutt'ora anche con spettacoli dal vivo

Sono in 23. Tra di loro: informatici, avvocati, insegnanti, autori. «Ma con le quote rosa non ce la caviamo granché», dicono, facendo riferimento al fatto che nella loro squadra di lavoro, ad ora, figura una sola donna, «e non sappiamo spiegarci il motivo». Si definiscono un "collettivo satirico", sono tutti amanti della comicità, e la maggior parte di loro la esercita solo per hobby. 

Incontro con i ragazzi di «Lercio», antidoto satirico alle bufale foto 2

Facebook | Autori di Lercio

Con 1.3 milioni di seguaci su Facebook, 232 mila follower su Instagram, sono i ragazzi di Lercio, il sito satirico di false notizie dal taglio umoristico, comico e grottesco. Hanno preso in prestito la grafica da uno dei free press più famosi in Italia, compreso il nome che hanno modificato per assonanza in modo tale da renderlo la versione parodiata di quello originale.

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Com'è iniziato tutto?

«Tutto inizia nel 2009. Daniele Luttazzi apre una "palestra" sul suo blog, in pratica un contenitore. Chiedeva al pubblico di inviare battute e lui, ogni giorno, avrebbe selezionato le migliori e le avrebbe poi pubblicate. Una volta disse che gliene arrivavano tra le duemila e le tremila ogni giorno».

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Facebook | Autori di Lercio

Quindi siete tutti suoi eredi?

«In un certo senso sì, arriviamo tutti da lì». 

Poi?

«Poi nel 2012 nasce Lercio, che è quello che tutti conoscete. Il boom vero lo abbiamo visto l'anno successivo, nel 2013. Uno degli autori, Michele Incollu, ha avuto l'illuminazione: perché non fare battute su notizie surreali, assurde? Quello è stato il punto di svolta».

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E cosa è successo quando avete iniziato a scrivere notizie satiriche?

«Siamo stati ripagati dalla critica: per quattro anni consecutivi siamo stati insigniti dei Macchianera Award, gli Oscar della rete; un paio di anni fa abbiamo vinto il Premio per la Satira a Forte dei Marmi. A coronare il progetto sono arrivate una trasmissione radio e un programma tv sulla rete DMax». 

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Come nasce una notizia "lercia"?

«Leggiamo i giornali, per prima cosa. Siamo molto stimolati dall'attualità. C'è poi il passo successivo, dedicato all'osservazione di quello che ci circonda: tante volte, e questo forse non lo sapete, le notizie che diamo sono frutto di episodi che capitano a noi personalmente». 

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Quando capite di aver fatto un buon lavoro e quando invece no?

«Facciamo satira, quindi l'obiettivo principale è colpire il potere, i piani alti della società. Se la battuta va a segno, sotto quell'aspetto, allora abbiamo vinto. Cerchiamo di sbagliare il meno possibile, ma quando capita l'errore è riconducibile magari a una battuta che può contenere al suo interno un valore ambiguo, quindi il pubblico o non la capisce o la fraintende».

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Che rapporto avete con i politici, considerato che molti dei lanci che fate sono dedicati al mondo della politica?

«Non abbiamo rapporti, e stiamo bene così. Ribadiamo il concetto: facciamo satira, quindi è meglio mantenere le distanze tra il nostro mondo e quello politico. Proprio per il ruolo che abbiamo. Se mischi l'uno e l'altro diventi il Beppe Grillo di turno». 

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Ma non avete nemmeno notizia di qualche fan?

«Sappiamo che Pippo Civati ci legge e si diverte con noi».

Querele?

«Abbiamo un "santo" avvocato che per fortuna ci segue e cerca di non farci rovinare con le nostre stesse mani (ridono,ndr)».

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La notizia che ha riscosso maggior successo di pubblico?

«Una delle prime, era il 2013. Avevamo scritto "Errore nel sistema operativo, Radio Maria passa i Megadeth". La cosa più assurda è che c'è gente che ci ha creduto. Anzi, c'è gente che ancora oggi crede che le nostre notizie siano reali». 

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Ecco, quando questo accade, ve la ridete o pensate di aver sbagliato qualcosa?

«I primi tempi ci facevamo quattro risate; ora, invece, tendiamo a farci qualche domanda in più e a chiederci se abbiamo sbagliato. In poche parole: le persone non dovrebbero mai credere a quello che scriviamo. Il nostro lavoro è fatto per far ridere, non per spacciare informazioni, false peraltro». 

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Rapporto con il pubblico. Facciamo un gioco: una classifica dei tre odiatori tipo della rete.

«Al terzo posto: i simpatizzanti dei partiti politici. Però bisogna fare dei distinguo: a sinistra non si offendono più di tanto. I cinque stelle si risentono parecchio. I migliori, quelli che ci regalano più soddisfazioni, sono i fascisti. Anche perchè sono i nostri bersagli preferiti». 

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Continuiamo, al secondo posto?

«I tifosi di calcio: terribili». 

Al primo?

«Eh, qui ci vuole un rullo di tamburi. Colpo di scena: i fanatici del Palio di Siena. Quando capita di fare una battuta su questo argomento, è la fine». 

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Che programmi ha Lercio per il futuro?

«Lercio a breve comincia un tour di spettacoli dal vivo. Proponiamo in versione live tutte le rubriche del quotidiano online. E a maggio andremo a fare compagnia ai connazionali che vivono a Londra. Faremo la lettura delle notizie che hanno generato più clamore e i relativi commenti di chi ci segue…»

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Che faranno più ridere delle vostre battute…

«Questo mai! Abbiamo una dignità da difendere, eh».

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