Australia, Svezia o Stati Uniti: dove sarà estradato Assange?
Dalla sua espulsione dall’ambasciata ecuadoriana a Londra, Julian Assange, il fondatore di Wikileaks, si trova nella prigione di Belmarsh, nel sud della capitale inglese. Gli Stati Uniti hanno sottoposto alle autorità inglesi una richiesta provvisoria di estradizione per accuse di divulgazione di informazioni confidenziali. Ma anche la Svezia sta considerando l’opzione di riaprire un’indagine sulle accuse di stupro a carico dell’attivista australiano. In caso di richieste di estradizione concorrenti, spetta al ministero dell’Interno decidere che Paese avrà la priorità. In genere i criteri principali di valutazione sono la tempestività della richieste e la gravità delle diverse accuse.
La strada svedese
Nel 2010 due donne, chiamate Miss A e Miss W, hanno denunciato separatamente Assange di molestie sessuali. entrambe le donne avrebbero avuto un rapporto consensuale con l’attivista australiano fino al momento in cui quest’ultimo si era rifiutato di indossare il preservativo. Tre delle accuse legate al caso di Miss A sono cadute a causa di varie limitazioni, ma l’accusa di stupro presentata da Miss Q resteranno valide fino almeno al 2020 .
Assange ha sempre negato le accuse, sostenendo che fossero politicamente motivate, e che il sesso era stato entrambe le volte consenziente. È per evitare di essere estradato in Svezia che nel 2012 l’australiano ha chiesto asilo all’ambasciata dell’Ecuador, dove è rimasto fino a giovedì, quando l’Ecuador ha ritirato la copertura umanitaria e Assange è stato arrestato dalla polizia inglese.
Secondo alcune attiviste femministe, la scelta di non estradare Assange in Svezia, «Rafforzerebbe la cultura dello stupro». Secondo Sarah Green, codirettrice di End Violence Against Women, un’unione di 80 organizzazioni per la lotta contra la violenza di genere, ha affermato che ritrarre Assange come una vittima è un’affronto a tutte le persone che hanno subito violenza sessuale. Al suo appello si sono uniti 70 parlamentari che hanno inviato una lettera a Sajid Javid e Diane Abbott che richiede che venga data la priorità al caso svedese.
Le accuse statunitensi
Le attiviste temono che le accuse statunitensi per le rivelazioni di Wikileaks abbiano la priorità sulle accuse di stupro. Il Dipartimento di Giustizia americano ha infatti dichiarato che Assange è accusato di aver cospirato con Chelsea Manning nel 2010 per hackerare un computer del governo americano. Manning è finita in carcere il mese scorso per aver rifiutato di testimoniare su Wikileaks. Secondo le carte dell’accusa, Chelsea Manning sarebbe riuscita a scaricare quattro database del Dipartimento di Giustizia contenenti ben 90.000 rapporti sull’azione militare americana in Afghanistan, 400.000 sull’Iraq oltre a 800 documenti sui detenuti della prigione di Guantanamo e 250.000 cablogrammi diplomatici che contenevano anche giudizi e informazioni sensibili sugli alleati Usa, tra cui la Germania e l’Italia.
Per questo reato, Assange dovrebbe passare 5 anni in carcere, ma sembra che lo Stato americano voglia aggiungere nuovi capi d’accusa a carico del giornalista. Non c’è una connessione diretta tra questi fatti e la campagna per l’elezione presidenziale del 2016, nel corso della quale Wikileaks ha pubblicato degli scambi di email avvenuti all’interno del Comitato Nazionale Democratico. Secondo l’intelligence americana, pare che tali informazioni siano state fornite all’organizzazione dai servizi segreti del Cremlino. Per Wikileaks e i suoi sostenitori, tra cui il leader laburista Jeremy Corbyn, Assange non ha fatto altro che il lavoro di un giornalista.
Nonostante il Presidente dell’Ecuador abbia chiarito che Assange verrà estradato in un Paese in cui non vige la pena di morte, l’estradizione verso gli Stati Uniti rimane l’esito più probabile. Secondo alcune indiscrezioni infatti, il presidente lo avrebbe venduto agli Stati Uniti in cambio di uno sconto sul debito. Nonostante Trump abbia elogiato in campagna elettorale l’operato di Wikileaks nella diffusione delle mail hackerate ai democratici, dopo l’arresto di Assange ha dichiarato di «Non sapere nulla» dell’organizzazione.
Chelsea Manning
L’appello del padre
John Shipton, il padre di Assange, ha rivolto un appello al primo ministro australiano perché agisca affinché il figlio venga rimpatriato. Shipton ha affermato che «Un senatore e un membro senior del dipartimento degli Affari esteri hanno discusso della possibilità di estradare Julian in Australia».
Il primo ministro, Scott Morrison, aveva già affermato che Assange godrà di assistenza consolare ma non beneficerà di alcun trattamento speciale. Il Paese è in piena campagna elettorale, e il candidato Bill Shorten ha affermato che i suoi portavoce si metteranno in contatto con gli avvocati di Assange.