Guerra in Libia: il grido d’aiuto dai centri di detenzione
Qaser Bin Gashir si trova soltanto a una ventina di chilometri a sud di Tripoli, non lontano dalle forze del generale Khalifa Haftar che hanno conquistato anche el Azizia, a circa 50 chilometri dalla capitale. Il centro ospita circa 600 persone, tra cui molti bambi e donne incinte. Secondo i messaggi scritti da alcuni detenuti le scorte di cibo sono finite dal 5 aprile.
Insieme a Ain Zara e Abu Sleim, Qaser Bin Gashir è tra i centri di detenzione più colpiti dalla guerra. Una bomba aveva sfiorato anche il centro da Tagiura l'11 aprile. Secondo le stime dell'alto commissario (Unhcr) delle Nazioni Unite per i rifugiati sono circa 1.500 i profughi e migranti intrappolati nei centri di detenzioni libici.
Il 12 aprile l'Unhcr ha emesso un appello urgente per la loro evacuazione. Per l'alto commissario Filippo Grandi si tratta «delle persone più vulnerabili». «Ogni ora che passa – continua Grandi – rischiano sempre di più la loro vita».
Il messaggio d'aiuto
Vi scriviamo dal centro di detenzione di Qaser Ben Gashir. Abbiamo bisogno di essere evacuati immediatamente da qui. Chiediamo aiuto a UNHCR Libia e IOM Libia. Non vogliamo essere spostati in un altro centro di detenzione, ma fuori dalla Libia. Tutto il Paese è una zona di guerra. Dov'é l'umanità e dove sono i nostri diritti umani? […] Vi prego siamo in un inferno da più di un anno[…]
Il messaggio risale all'11 aprile. Lo stesso giorno degli autobus erano stati inviati al centro di detenzione per evacuare i migranti in due altri centri di detenzione (Zintan e Garian) più lontani dalla zona di combattimento, ma i detenuti si sono rifiutati, come spiega la giornalista Sally Hayden, a causa delle troppe morti avvenute in passato nei due centri.
Le foto
Le seguenti foto sono state scattate nel centro di detenzione di Qaser Bin Gashir nei giorni scorsi. Ritraggono giovani uomini detenuti ma anche donne con in braccio bambini.