«Ora basta, Salvini oltre la linea rossa con la direttiva anti Ong italiana». La Difesa in guerra col Viminale
Fortissima tensione tra il ministero della Difesa e quello dell'Interno dopo la lettura da parte dei vertici militari e della Marina della direttiva Salvini, mirata contro la nave Mare Jonio della Ong italiana Mediterranea.
Fonti qualificate del ministero rivelano un fronte di irritazione che va dalla ministra Trenta allo stesso «C'è stato uno sconfinamento di poteri, è stata superata una linea rossa». Il riferimento è alla sostanza dell'intimazione, ma anche alla forma: è stata inviata ai capi di polizia, carabinieri, guardia di finanza e guardia costiera, ma anche per conoscenza al capo di stato maggiore della difesa.
Senza contare il fatto che anche l'altro vicepremier Luigi Di Maio in mattinata aveva commentato sarcasticamente: «Se veramente abbiamo il problema di 800mila migranti che potrebbero riversarsi sulle nostre coste, di certo non li fermi con una direttiva che nessuno ha mai ascoltato».
«Il ministro della Difesa Trenta mi accusa di ingerenza? Il mio compito è difendere i confini, combattere i terroristi e gli scafisti». Così risponde Salvini ai giornalisti all'ingresso della Camera dove ha appuntamento per l'assemblea dei gruppi della Lega. «Io ho il diritto-dovere di decidere in quale porto sbarca tizio o caio: finché sarò io a decidere -conclude il ministro dell'Interno – non c'è nessun porto disponibile per far sbarcare tizio o caio».