Ferrara, insulti antisemiti in una scuola. La comunità ebraica: «Dove hanno imparato queste parole?» – L’intervista
In un giorno tranquillo di metà aprile,il presidente della comunità ebraica di Ferrara, Andrea Pesaro, riceve una telefonata particolare.La chiamata arriva da una delle scuole secondarie del ferrarese: il 16 aprile uno degli studenti di religione ebraica presenti nella scuola è stato vittima di un episodio di bullismo antisemita.
Tre ragazzi, «un gruppo di aggressori», come li definisce Pesaro, hanno preso da parte un compagno negli spogliatoi della palestra e, tenendolo per il collo, gli hanno urlato: «Quando saremo grandi faremo riaprire Auschwitz e vi ficcheremo tutti nei forni, ebrei di…». «Non siamo troppo preoccupati per la bravata in sé, se così la vogliamo definire», dice a Open Pesaro.
«A lasciarci di stucco sono state le terminologie usate da ragazzini di appena 13 anni». Il presidentetiene comunque a proteggere il giovanissimo studentee tenta dicoinvolgerlo il meno possibile in dinamiche più grandi di lui. Intanto, i tre aggressori saranno segnalati alla Procura per i minori che dovrà accertare se l'accaduto siao menoun caso isolato.
Esiste un'emergenza antisemitismo in Italia?
«Chi ha insegnato ai ragazzi certe parole, a metterle in fila con tanta precisione e a usarle con tanta aggressività?», si chiede il presidente della comunità ebraica ferrarese. A preoccuparlo, dice, è proprio il ragionamento articolato che sta dietro alle frasi scelte dai ragazzi. «Non è il solito episodio di antisemitismo nelle scuole a cui siamo abituati. Non si tratta di un insulto buttato lì, di qualcosa che è stato ripropostoin maniera inconsapevole: c'è una precisa coscienza dei fatti e delle intenzioni».
Lasede della comunità è a pochi passi da via Piangipane, la strada del carcere (oramai sede museale) che dal 1943 ebbe come detenuto Giorgio Bassani, autore de Il Giardino dei Finzi Cortinie notoantifascista. Pesaro avverte la responsabilità di agire affinché la scuola non dimentichi di condannare gli orrori del nazismo. «La comunità resterà in contatto con la scuola e si renderà disponibile a qualsiasi percorso di formazione e sensibilizzazione», afferma.
Ma il punto non è tanto mettere all'angolo gli aggressori, quanto spegnere in tempo questi «focolai di antisemitismo che stanno ricomparendo nel nostro Paese», commenta il presidente della comunità ebraica di Ferrara.«Guardate negli stadi con quanta facilità viene accostata la figura di Anna Frank o le terminologie della religione ebraica a qualcosa di infamante», dice. «Mi chiedo quale sia il contesto familiare o sociale di questi ragazzi. Per ora lasciamo che la scuola risolva la questione, ma l'episodio ci fa riflettere».