Milano, rimossa la targa in memoria di Gianni e Ivan, pionieri delle unioni civili
Scomparsa. Non si sa ancora se rimossa da qualcuno involontariamente o se si tratta di un deliberato atto di omofobia. Ma quella targa, orgoglio di quei milanesi che già dal 1992 lottavano per l’introduzione dei diritti civili, oggi non c’è più. Era stata messa il 2 giugno 2017 in piazza della Scala. «Adesso diventa una nostra battaglia politica», dice Luca Paladini, portavoce dei Sentinelli di Milano. Nemmeno il Comune, che in quella piazza ha sede, conosce la ragione della rimozione.«Indagheremo», ha promesso l’assessore Pierfrancesco Majorino ai Sentinelli.
Arriva però, dallo stesso Comune di Milano, la conferma che la targa non è stata rimossa, come si era pensato in un primo tempo,dalla ditta che si occupa della riqualificazione delle aiuole né per le istallazioni del salone del mobile.In una nota l’assessore Majorino fa sapere:
«Milano è sempre stata in prima fila nella battaglia per i diritti civili di tutte e tutti, istituendo per esempio il registro delle unioni civili, prima dell’approvazione della legge Cirinnà. Sappiamo da che parte stiamo, quella dei diritti e contro ogni discriminazione. Per questo, raccogliamo la sollecitazione di Luca Paladini e ci impegniamo appena possibile a realizzare una nuova targa e a rimetterla al suo posto in piazza Scala».
«A Gianni delle Foglie e Ivan Dragoni, pionieri delle unioni civili», c’era inciso nel metallo. Sono due uomini che hanno segnato la storia della comunità Lgbt milanese. Tra lotte per i diritti delle persone omosessuali, hanno passato 26 anni di vita insieme nella loro casa di Corso Colombo:«Qualcuno può pensare che la nostra sia una burla, una provocazione, ma non è assolutamente così. Io ho deciso di unirmi civilmente con il mio compagno Ivan Dragoni, docente di Scienze dell’alimentazione alla facoltà di Agraria, perché lo amo e voglio vivere con lui», disse delle Foglie.
«Nell’era dell’aids sono sempre di più le coppie gay che scelgono la fedeltà di coppia. Perché chi fa questa scelta non può essere riconosciuto dalla legge? Quando uno dei partner muore, per esempio, il diritto di successione non prevede i diritti del convivente. Un’ingiustizia che riguarda le coppie omosessuali, ma anche tutte le coppie di conviventi». Delle Foglie è stato l’anima della prima libreria Lgbtd’Italia, la libreria Babele di Milano. Muore nel 2007 per delle complicazioni post-operatorie.
Paladini, ci racconta la storia di questa targa?
«La premessa necessaria per capire la storia di questo luogo è parlare del 27 giugno 1992: in un’Italia ancora profondamente democristiana, Paolo Hutter, consigliere comunale di Milano, aveva celebrato in maniera simbolica dieci matrimoni tra coppie omosessuali in piazza della Scala. Mi ricordo che c’ero anch’io e la piazza era strapiena: tante coppie che rivendicavano i propri diritti e tanti curiosi che fotografavano quelle celebrazioni, una cosa quasi esotica per quei tempi. Allora ci dicevamo tutti: il giorno in cui porteremo a casa una vera legge sulle unioni civili e i matrimoni, questa piazzadev’essere ricordatacome il primo luogo in Italia dove la comunità Lgbt ha manifestato per questo diritto fondamentale».
Venticinque anni dopo, il corteo e l’affissione della placca metallica.
«Era il 2 giugno 2017. Ci fu un corteo enorme partito da Palazzo Reale, dove si era celebrata un’unione civile, e arrivato in piazza della Scala. Entrambi, Gianni e Ivan, erano due persone che hanno lottato per questo diritti e sono morti prima di vedere l’approvazione di una leggein Italia. Ma la targa è per tutte quelle persone che, anche senza esporsi, hanno sofferto per anni e non hanno mai visto l’alba di questo diritto. Oggi metterci la faccia è più facile, prima si rischiava anche la propria incolumità».
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Non sapete chi e per quale motivo può aver rimosso la targa?
«No. Con delle cordicine in metallo l’abbiamo legata alla ringhiera dell’aiuola della piazza.Ma era solo un modo per compensare quello che chiedevamo al Comune, ovvero che sia proprio l’amministrazione a ricordare con un cippo o qualcos’altro quel luogo. Vorremmo che parta dal Comune di Milano il desiderio di ricordare il 27 giugno 1992, una tappa importante per questa città che oggi è diventata un esempio in Italia per la tutela dei diritti di tutti».
Avete chiesto al Comune se sapessero qualcosa della scomparsa?
«Ho sentito l’assessore Majorino, ma mi ha detto che non ne sanno nulla. Eppure palazzo Marino è lì a due passi. Non voglio avanzare ipotesi sulle motivazioni del furto o della rimozione, potrebbe essere un semplice atto vandalico o un atto deliberatamente omofobo. Quella targa era volutamente simbolica, non aveva carattere istituzionale: da adesso pretendiamo che si vada a fondo con la faccenda.È diventata una battaglia politica, sia dei Sentinelli che della comunità Lgbt milanese».
Dal Comune di Milano ci dicono che sono in atto delle verifiche per capire cosa sia successo. Non trattandosi di una targa istituzionale, potrebbe essere stata rimossa per sbaglio durante le operazioni di nettezza urbana. Se così fosse, il Comune si impegna a rimetterla al proprio posto nel più breve tempo possibile.