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Corruzione, Siri indagato: «Sono tranquillissimo». La Lega: «Piena fiducia». Di Maio: «Dimissioni subito»

18 Aprile 2019 - 10:39 Redazione
Il sottosegretario alle Infrastrutture è accusato di aver preso una tangente per favorire l'erogazione dei contributi alle aziende che lavorano nelle energie pulite. Intervistato dal Corriere della Sera si difende: «Trentamila euro per un emendamento? Mi viene da ridere». «Resto dove mi trovo», ha poi detto in serata arrivando al Senato

Quando l'ex presidente dell'Assemblea capitolina Marcello De Vito fu arrestato per corruzione, Luigi di Maio non perse tempo: «Vergognoso e moralmente basso. Per me è fuori dal Movimento», disse, espellendolo per direttissima senza passare per il collegio dei probiviri.

Il vicepremier ripete lo stesso schema anche oggi, ma al posto di De Vito c'è Armando Siri, sottosegretario alle Infrastrutture in quota Lega e consigliere economico di Matteo Salvini, indagato dalla procura di Roma per corruzione.

«Sarebbe opportuno che si dimettesse – ha detto Di Maio – Gli auguro di risultare innocente. Noi siamo pronti a riaccoglierlo nel governo quando la sua posizione sarà chiarita». «Sono allibito. La lega è compatta, io sono tranquillissimo e resto dove mi trovo», ha detto Siriin serata arrivando al Senato dove, durante la seduta per l'approvazione del Def, non ha preso posto tra i banchi del Governo,accanto agli altri sottosegretari, per sedersi con i colleghi della Lega.

Siri è accusato di aver preso una tangente per modificare una norma del Def 2018 e facilitare l'erogazione dei contributi per le energie pulite. Norma che comunque non è mai passata.

I soldi gli sarebbero arrivati per via indiretta da Vito Nicastri, imprenditore attivo nell'ambito dell'energia eolica, già indagato per concorso esterno in associazione mafiosa e ritenuto un prestanome del boss latitante Matteo Messina Denaro.

A fare da tramite fra i due sarebbe stato l'ex deputato di Forza Italia e attuale responsabile del programma della Lega sull'energia Paolo Arata.

Dopo la notizia dell'indagine che lo riguarda, Armando Siri ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera: «Guardi, non so veramente di cosa stiamo parlando, mi viene da ridere», ha detto il sottosegretario al giornalista.

«Non so assolutamente nulla di questa storia e poi di emendamenti me ne chiedono ottocento al giorno, non sto a guardarli tutti. Sono allibito. Chiederò a Bongiorno di farmi da avvocato, anche se adesso fa il ministro».

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