Gilet gialli ancora in piazza, vietate le proteste davanti a Notre Dame
Per i Gilet gialli sarà il 23esimo sabato di manifestazione. Per Parigi sarà invece il primo sabato senza Notre Dame. La cattedrale, colpitada un rogo lo scorso 15 dicembre, rimarrà chiusa al pubblico per almeno 5-6 anni, stando ai tempi di ricostruzione annunciati dal presidente Emmanuel Macron.Ma anche per i Gilet giallil’area della cattedrale di Victor Hugo sarà off limits: la prefettura di Parigi ha imposto il divieto di manifestare sugli Champs-Elysées, vicino al palazzo dell’Eliseo.e nella zona di Notre Dame.
Il divieto resterà in vigore per tutta la giornata in un perimetro che comprende essenzialmente l’Ile-de-la-Cité, dove sorge la cattedrale di Notre Dame,e una parte dei lungosenna circostanti. Una misura presa soprattutto per «motivi di sicurezza»perché è proprio per la corsa alle donazioni per la ricostruzione di Notre Dame che i gilet gialli hanno deciso di scendere ancora una volta in piazza.
Milioni e milioni di euro sono stati donati per ricostruire la cattedrale. Moltissime le personalità, tra i più facoltosi uomini d’affari a capo di grandi aziende francesi comeL’Oreal e Pinult, si sono fatte avanti per contribuire ai lavori di ricostruzione.
Ingrid Levavasseur
Una corsa alla solidarietà che certo non è piaciuta a chi per mesi ha chiesto maggiori sicurezze economiche per la classe media e una riduzione del cuneo fiscale: «Dobbiamo tornare alla realtà. C’è un’inerzia dei grandi gruppi di fronte alla miseria sociale ma queste persone hanno dato prova della loro capacità di mobilitarsi in una sola notte per Notre Dame, staccando assegni da capogiro», ha dichiarato all’emittente Bfmtv Ingrid Levavasseur, una dei leader dei Gilet gialli.
Ed è proprio contro queste persone, dice Christophe Chalençon,uno dei capofila del movimento incontrato da Luigi Di Maio, che sono dirette le proteste delle vesti gialle: «Sono gesti inappropriati. Sembra una competizione tra chi vuole offrire di più. Potevano aspettare un po’ per manifestarsi».
Una posizione condivisa anche da alcuni sindacati francesi: «Con un clic 100 milioni, 200 milioni. Ciò dimostra anche le diseguaglianze in questo Paeseche denunciamo spesso», ha ribadito Philippe Martinez, segretario della Confederazione generale dei lavoratori (Cgt), parlando all’emittente FranceInfo.